Il settore della moda, vanto nazionale e Ambasciatrice dell’Italia nel mondo, sta attraversando una fase di crisi drammatica, che si ripercuote pesantemente anche nella nostra provincia, in particolare sul distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli. Uno stato di difficoltà che rischia di compromettere definitivamente una filiera produttiva che costituisce un valore economico e sociale di primaria rilevanza per il Paese.

Gli ultimi anni hanno sottoposto il settore a sfide rilevanti. Dopo la pandemia, il burrascoso scenario internazionale ha portato a sostanziali processi di cambiamento, che nei fatti stanno gravando sulla spesa dei consumatori e inevitabilmente si riverberano sul settore da noi rappresentato. Il comparto, inoltre, è chiamato ad affrontare nuove sfide legate alle misure europee e nazionali inerenti tematiche complesse quali la Strategia tessile europea, l’ecodesign, la raccolta differenziate e altro ancora.

Se ascoltiamo le imprese del distretto, la situazione si rivela disarmante: da mesi gli ordini si contraggono in maniera esponenziale, tanto da comportare letteralmente il fermo di interi laboratori. Questo sta riguardando non solo la piccola impresa artigiana ma anche imprese strutturate. Alcuni di noi artigiani non hanno le spalle così larghe da poter sostenere a lungo questo stato di crisi e incertezza; gli ammortizzatori sociali non sono sufficienti e in certi casi sono già esauriti: ciò comporterà inevitabilmente licenziamenti e chiusure di attività storiche del nostro distretto. Un tornado ci sta colpendo e porterà via con sé competenze e quell’artigianalità che è sempre stata un vanto del distretto. Lo si sta vedendo morire e l’impossibilità di risolvere il problema fa molto male. Abbiamo estrema necessità di misure straordinarie.

CNA per il ruolo che ricopre si trova continuamente accanto agli imprenditori portando il proprio contributo su tutti i livelli: al tavolo di distretto di San Mauro Pascoli, al tavolo della moda regionale e ora e attraverso una lettera inviata al Ministro Urso e ai ministri Giorgetti e Calderone, per chiedere un piano straordinario per il settore moda. Tra le richieste più urgenti: moratoria su finanziamenti garantiti ottenuti dalle imprese del settore; sospensione straordinaria su linee di credito; possibilità di sospensione momentanea dei finanziamenti in genere (non specifici COVID) per le aziende che ne facciano specifica richiesta; estensione straordinaria della possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e definizione di ammortizzatori sociali ad hoc per le imprese artigiane e PMI del settore.

Ricordiamo che la moda, pur essendo sempre presentata come fiore all’occhiello del made in Italy, in passato non ha potuto usufruire di misure a sostegno o contributi specifici come quelli sviluppati per altri settori. Non possiamo più attendere!