L’indagine condotta dall’Ufficio Studi CNA ha svelato il ruolo centrale che il settore beauty e benessere gioca nella vita quotidiana, ma ha anche rivelato un’ombra preoccupante: un’azienda su cinque, in media, opera in modo abusivo. È stata esaminata la richiesta di servizi di acconciatura ed estetica, rivelando che quasi tutti i cittadini nella nostra provincia si affidano, almeno una volta, a parrucchieri/acconciatori. Nel dettaglio: il 40% si affida almeno una volta al mese, il 7% più di una volta al mese, un quarto del campione una volta ogni due mesi e poco più del 13% una volta ogni quattro mesi. Per i centri estetici la situazione è diversa, infatti, meno della metà della popolazione vi si reca, con una netta prevalenza femminile e nel dettaglio: il 41% si affida una volta al mese; il 23% una volta ogni due mesi; il 11% una volta ogni quattro mesi.La spesa mensile mostra differenze di genere significative: oltre il 70% della clientela maschile dei barbieri spende tra i 10 e i 30 €, ben diversa la situazione della clientela femminile dei parrucchieri, infatti, il 25% spende tra i 30 e i 50€, il 27% spende tra 50 e i 100€ e circa un terzo del campione spende meno di 30€.

Inoltre, le imprese del settore beauty possono essere incluse tra servizi di prossimità, perché circa il 70% della clientela percorre meno di tre chilometri. Con l’avanzare dell’età, ovviamente, la distanza diventa ancora più rilevante e la distribuzione capillare di saloni di acconciatura e centri estetici diventa un punto di forza sociale.

Ma come vengono scelti questi servizi? Il passaparola la fa da padrone con percentuali che si aggirano tra il 50 e 60%. A seguire, la ricerca su internet o tramite social. Gli operatori del settore costruiscono rapporti fiduciari con i clienti: solo il 20% dichiara di frequentare più di un barbiere/parrucchiere e appena il 13% più di un centro estetico. Ma va osservato che nella fascia più bassa d’età, tra i 18 e i 29 anni, la diversificazione cresce al 43% per i saloni di acconciatura e al 26% per i centri estetici.
Ma, il lato oscuro del settore emerge con forza: il 27% delle attività opera in modo irregolare, superando di gran lunga la media nazionale del 14%.

Si tratta di una percentuale troppo alta – commenta Morena Valbonetti, presidente dei mestieri acconciatori di CNA Benessere e Sanità Forlì-Cesena – tenendo presente che nella nostra provincia sono attive oltre 1100 imprese del settore acconciatura, estetica, tattoo, e altre imprese similari dei servizi benessere alla persona, i conti sono presto fatti”. “Sono quindi necessari – continua Valbonetti – interventi incisivi in tema di abusivismo da parte degli organi preposti. Questa battaglia richiede una stretta collaborazione tra le autorità di controllo e gli operatori del settore. Occorre intensificare le verifiche e applicare sanzioni per chi opera nel totale anonimato. Un ruolo decisivo, per esempio, lo potrebbe svolgere la polizia postale, per vagliare i vari social network e siti web, ove anche gli abusivi promuovono i propri servizi.”

Come CNA – conclude Valbonetti – ci teniamo a sensibilizzare fruitori dei servizi del beauty sul tema della legalità. Chi lavora in regola, oltre a confermare la propria professionalità, protegge la salute dei clienti, tutela i propri lavoratori e sostiene l’economia e lo sviluppo del paese”.