Da oggi, sarà intitolata a Sergio Giammarchi la sala della presidenza al terzo piano della sede di CNA Forlì-Cesena, che ha scelto di ricordare così il proprio socio fondatore e presidente onorario.
La cerimonia di intitolazione si è svolta mercoledì 5 aprile nella sede provinciale CNA di Via Pelacano. Sono intervenuti: Laura Giammarchi, figlia di Sergio, in rappresentanza dei famigliari; Franco Napolitano, direttore generale CNA Forlì-Cesena; Vico Zanetti, presidente ANPI Forlì; Lorenzo Zanotti, presidente CNA Forlì-Cesena e Gian Luca Zattini, sindaco di Forlì. Presenti anche numerosi dirigenti e collaboratori del sistema CNA oltre che rappresentanti degli istituti scolastici cittadini e dell’ANPI.
“Sergio rappresentava il senso, lo spirito e il cuore della nostra associazione, una bella persona di grande umanità e che si è sempre contraddistinta nel mettere al centro l’idea di comunità. Ricordiamo il suo passato da uomo della resistenza, nel periodo più buio e difficile del nostro Paese, nel dopoguerra il suo contributo alla nascita e quindi allo sviluppo della nostra CNA, il suo dono raro di entrare in sintonia con le giovani generazioni. La sua lezione di vita, raccontata con leggerezza e bonomia, ha generato sempre simpatia e affetto. Un grande uomo saggio, accogliente, brillante, lucido e generoso. Un uomo d’altri tempi. La sala che abbiamo scelto di intitolargli è un modo per tenerlo vicino a noi ogni giorno e fare tesoro dei suoi insegnamenti e dei valori che ci ha trasmesso”, così lo ricordano il presidente provinciale e il direttore generale dell’associazione, Lorenzo Zanotti e Franco Napolitano.
Sergio Giammarchi, nato a Forlì 24 maggio 1926, ha iniziato a 17 anni la sua esperienza nella resistenza, entrando nel gruppo Corbari-Casadei. Al rientro, ha continuato a lavorare con lo zio nel laboratorio di arrotino, per tutta la vita è stato artigiano ma ha anche sviluppato l’attività commerciale in piazza Cavour a Forlì insieme alla moglie Pasquina, che sposò nel 1950 e dalla quale ebbe due figli: Pier Paolo e Laura. Nel dopoguerra fu tra i soci fondatori della CNA, alla quale rimase legato per tutta la vita, prima come artigiano e poi come pensionato (fu nel gruppo propulsore che diede vita al Cupla), presidente di CNA Pensionati, fino a essere insignito del titolo di presidente onorario.
È stato sempre molto attivo nel mondo delle associazioni sportive, spaziando tra calcio, ciclismo, pugilato e seguendo la carriera della figlia nel basket.
Negli ultimi decenni della sua vita si è molto impegnato, con l’ANPI, per mantenere viva la memoria della resistenza, portando la sua testimonianza nelle scuole di ogni ordine e grado e in tantissime occasioni pubbliche, testimone vivente dei valori della libertà, del rispetto della Costituzione e della pace.
Un giorno, mentre stava raccontando la sua storia di partigiano nelle classi di due dei suoi nipoti, Giacomo e Simone, e in particolare quello che aveva vissuto nell’estate terribile del ’44, una maestra gli suggerì di mettere tutto per iscritto. Sergio non se lo fece ripetere due volte e così le sue memorie, fotocopiate centinaia di volte grazie al supporto della CNA ebbero un grandissimo successo, tanto da essere poi pubblicate in volume dal titolo “Una storia partigiana”, dalla casa editrice Il Ponte vecchio, opera che ebbe diverse ristampe.
In occasione del Giorno della Memoria 2020, tramite l’ANPI fu segnalato a Diego Bianchi che lo venne a intervistare a casa sua a Forlì per la trasmissione Propaganda Live: a 94 anni Sergio finì sotto le luci della ribalta a livello nazionale. Anche in questo caso, ne approfittò per ribadire i valori che lo hanno contraddistinto per tutta la sua vita.