Nonostante le attività fotografiche siano rimaste formalmente aperte durante il periodo di emergenza sanitaria, il settore della fotografia, che ha la sua ragione d’essere nel rappresentare eventi (concerti, eventi sportivi, eventi per la moda di intrattenimento, culturali, ecc.) è rimasto invece sostanzialmente fermo, perdendo opportunità lavorative senza, per ora, vedere un chiaro orizzonte da cui poter ripartire.

L’attività fotografica, quindi, è sempre ufficialmente proseguita, ma di fatto, a differenza ad esempio delle attività alimentari, è rimasta bloccata in quanto la sua clientela di riferimento era nell’impossibilità di operare.

Un chiaro esempio di questa situazione è quello relativo ai matrimoni, la cui celebrazione è consentita, ma con molte precauzioni sanitarie e varie difficoltà di gestione. In considerazione del fatto che il matrimonio viene spesso vissuto come un’occasione di festa in cui incontrare amici e familiari, molte coppie hanno deciso di rinviare il loro matrimonio a tempi migliori, generalmente il rinvio è di almeno un anno, e per questo motivo i fotografi matrimonialisti rischiano di restare, almeno per tutto il 2020 e prima parte del 2021, senza lavoro. Analogo discorso può essere fatto sia per tutti gli altri tipi di feste e cerimonie sia per altri eventi che prevedono, a vario titolo, la partecipazione di pubblico.

“Tutti i fotografi poi – afferma Laura Navacchia, responsabile di CNA Comunicazione terziario avanzato –  hanno dovuto continuare a pagare le utenze, gli stipendi di dipendenti e collaboratori e le spese base di manutenzione degli studi e dei locali nei quali prestano la loro attività a fronte di un fatturato più che dimezzato ed in parecchi casi addirittura praticamente nullo”.

L’indennità prevista per i mesi di marzo e aprile è stata inoltre rilasciata solamente ad alcuni professionisti. I fotografi che, infatti, risultassero iscritti contemporaneamente all’INPS come artigiani e ad una cassa professionale privata, pur versando più contributi essendo tenuti al versamento in due casse, non hanno potuto accedere all’indennità e non hanno ricevuto nulla.

A fronte di questa oggettivamente drammatica situazione, non si comprende la ratio che ha portato l’Esecutivo ad includere, giustamente, nell’Allegato 1 i codici ATECO di chi organizza convegni e fiere (823000), feste e cerimonie (960905), di chi noleggia attrezzature per manifestazioni e spettacoli (900201) e di chi svolge attività di supporto alle manifestazioni artistiche (900209), ma ad escludere attività analoghe e collegate come quelle relative alle attività fotografiche.