Un contesto che non ha uguali nella storia passata, uno scenario che mette in crisi il decisore pubblico come le imprese. Previsioni in peggioramento, con però differenze significative tra i vari settori, consumi che calano (-11%), come anche gli investimenti (-15,8%) e le esportazioni (-14,3%) mentre cresce l’indebitamento della pubblica amministrazione (+10,8%). Questo lo scenario presentato nel webinar curato da SWG sul tema “Lo scenario italiano per le PMI”, che si è tenuto giovedì 29 ottobre in occasione dell’assemblea di bilancio di CNA Forlì-Cesena.

“L’effetto dirompente della pandemia sulla società rende necessario basare le proprie scelte di business su dati aggiornati che aiutino a comprendere il nuovo scenario, le nuove sfide e le nuove opportunità per i cittadini e le imprese – spiega il presidente di CNA Forlì-Cesena Lorenzo Zanotti – da qui l’idea di una collaborazione strutturata con SWG, per fornire agli imprenditori strumenti utili, contenuti di qualità, concreti e comprensibili. Chiavi di lettura utili per leggere il presente e ripensare la propria impresa. Dopo questo incontro riservato al gruppo dirigente, infatti, CNA lancerà una serie di webinar rivolti a tutte le imprese interessate. Il prossimo si terrà nel mese di novembre, sempre su temi di grandissima attualità”.

Dalla presentazione di Riccardo Grassi e Giulio Vidotto Fonda, direttori di ricerca di SWG, oltre ai dati economici è emersa l’importanza del portato emotivo provocato dalla pandemia: a oggi, il 57% degli italiani ritiene probabile contrarre il virus e l’87% è molto/abbastanza preoccupato per la sua diffusione. Il senso di incertezza e vulnerabilità è stata la costante di tutti questi mesi, e nelle ultime settimane sono cresciute notevolmente la preoccupazione e la rabbia, mentre la speranza è in calo. Quasi il 30% degli italiani prevede di poter essere in difficoltà a pagare tasse, mutui, bollette…

“Le ansie e preoccupazioni dei cittadini sono le stesse condivise anche dalle nostre imprese – ha commentato Zanotti – molto pesante soprattutto il senso di precarietà e incertezza: le imprese hanno bisogno di certezze, di sicurezza. Bisogna passare dall’effetto annuncio alla effettiva disponibilità di strumenti e soluzioni per sostenere le imprese, con tempi certi e poca burocrazia”.

Un altro elemento interessante rivelato dall’analisi è la crescita dei negozi e delle attività di prossimità, invertendo la dinamica che negli ultimi anni aveva tanto favorito i centri commerciali, come ha commentato Zanotti: “sono ritornate prepotentemente alla ribalta le dinamiche territoriali, a fronte di un mercato che si credeva orientato su una proiezione globale. Nella fase del lockdown la dimensione di prossimità e comunità hanno fatto la differenza, rappresentando l’unico punto di riferimento per le persone. Un valore riscoperto da promuovere a consolidare”.

Di grande attualità, infine, il giudizio degli italiani sull’ultimo DPCM del 25 ottobre: solo il 28% lo approva, maggioranza è spaccata in due tra chi lo reputa insufficiente (36%) e chi eccessivo (25%). Giusto vietare le feste, opinioni divise su palestre e piscine, la metà contraria alla chiusura serale di bar e ristoranti.