Senza le piccole imprese le città muoiono. È questo il messaggio che le quattro associazioni forlivesi Confartigianato, CNA, Confcommercio e Confesercenti vogliono lanciare in questo delicato momento. Per questo hanno convocato per domani 30 ottobre 2020 alle 17.30, nel salone comunale dell’amministrazione di Forlì, un incontro a cui sono stati invitati i sindaci del comprensorio forlivese, il presidente della Provincia Gabriele Fratto e il presidente della locale Camera di Commercio per manifestare le preoccupazioni e per proporre soluzioni alternative all’attuale stato di restrizioni approvato dal Governo.

Tra i temi che le Associazioni vogliono ribadire, la responsabilità che gli imprenditori hanno sempre manifestato nell’affrontare l’emergenza sanitaria. La tutela della salute pubblica rimane prioritaria e imprescindibile, per questo gli imprenditori hanno investito consistenti risorse economiche e umane per incrementare la sicurezza adottando tutte le procedure richieste dai regolamenti, eppure oggi si trovano nuovamente sottoposti a nuovi limiti.

Per questo i rappresentanti delle imprese chiedono che le misure restrittive non ricadano unicamente su chi già fa rispettare le regole per il contenimento del Covid-19, le imprese, che vedono limitato, o addirittura impedito lo svolgimento della propria attività. Se è vero che la capacità e la reattività di chi fa impresa hanno spinto i più a riorganizzarsi, mettendo in campo iniziative per sopperire, in parte, alle limitazioni imposte, è altrettanto evidente il calo di fatturato, che, inevitabilmente, verrà registrato in questo mese. Riduzione che si sommerà a quelli già avuti durante il lockdown di marzo e aprile, con conseguenze facilmente immaginabili.

Se il danno economico è il primo effetto, danno che richiede di mettere in campo risorse che possano mitigare i mancati introiti, restano altre questioni irrisolte.

Una società civile e organizzata non può prescindere dalla presenza e dal valore economico e sociale che le piccole imprese rappresentano. Senza un adeguato sostegno, le attività produttive toccate dallo stop saranno costrette a chiudere, causando una perdita incalcolabile anche per le comunità di cui sono parte essenziale. La piccola impresa è cuore pulsante delle nostre città, spegnere le vetrine significa lasciare i cittadini più soli.

Per questo, simbolicamente alle 18, verranno spente le luci di Piazza Saffi, per evocare l’effetto che la perdita di queste realtà provocherebbero nei centri urbani, desolazione e insicurezza.