Un altro campanello d’allarme per le imprese dell’autotrasporto: uno studio di CNA rileva che, nel mese di maggio, l’Italia ha raggiunto il poco invidiabile secondo posto nella classifica dei prezzi alla pompa del gasolio commerciale da autotrazione, più alti d’Europa, alle spalle della Svezia.

In fondo alla graduatoria i paesi, dalla Polonia, alla Bulgaria ed alla Romania, i cui vettori hanno visto impennare i chilometri percorsi sulle strade europee, con il picco di +55% della Romania.

“Il dato sul chilometraggio – sottolinea Daniele Battistini, presidente di CNA Fita Forlì-Cesena – non stupisce e non è una novità: a minori costi corrisponde maggiore capacità competitiva. Non stupisce neppure ricordare che il costo per il gasolio da autotrazione, incide tra il 30 ed il 40% delle spese di gestione delle imprese italiane di autotrasporto”.

Al costo industriale del gasolio commerciale, in linea con la gran parte dei paesi europei – l’Italia è undicesima nella relativa graduatoria – corrispondono tassazione ed accise, pari a ben il 59,2% del prezzo alla pompa, che assegnano al nostro paese il secondo posto in Europa per maggiore imposizione, alle spalle del Regno Unito.
Il Lussemburgo, con il 44,1%, è lo stato in cui il fisco incide in misura minore seguito, guarda caso, da Polonia, Romania e Bulgaria.

“Il prezzo della materia prima – conclude Battistini – dipende da equilibri internazionali non governabili da un singolo stato ma si può agire su ogni altro costo aggiunto; allora la leva fiscale assume rilevanza. L’Italia deve portare le imposte sul gasolio commerciale da autotrazione, sotto il 50% del costo complessivo alla pompa, come già hanno fatto tredici paesi europei. Solo così potrà essere restituita la necessaria competitività alle imprese del trasporto ed all’intero sistema Paese”.

 

 

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