È notizia recentissima, quella che si riferisce alla maxi-multa – 880 milioni di euro – che l’Antitrust europeo ha comminato a Scania, il costruttore svedese di camion, per la sua partecipazione al “cartello” che per anni ha venduto automezzi a prezzi maggiorati.

“Voglio ricordare – afferma Lorenzo Corallini, responsabile CNA Fita Forlì-Cesena – che le principali case costruttrici di camion, negli anni dal 1997 al 2011, hanno concordato un aumento ingiustificato dei prezzi, ai danni degli autotrasportatori clienti finali. A differenza degli altri cinque costruttori coinvolti (MAN, DAF, Daimler, Iveco e Volvo/Renault), lo scorso anno Scania aveva rifiutato ogni forma di accordo con Bruxelles e la multa, pertanto, rappresenta la conclusione del procedimento”.

La Commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha esplicitamente riferito che “…l’intesa ha danneggiato un grande numero di autotrasportatori in Europa, considerato che i costruttori coinvolti producono i nove decimi dei mezzi venduti nel territorio UE…”

“A questo punto – conclude Corallini – dobbiamo attendere la conclusione del procedimento collettivo di risarcimento che CNA, prima associazione in Italia, ha intentato per tutelare i propri associati. A tal proposito, voglio evidenziare che c’è tempo fino al 15 ottobre per aderire alla class action, senza anticipare spese legali, che punta a fare ottenere a ciascun autotrasportatore aderente, il rimborso per il danno effettivamente subito”.

In via del tutto indicativa, possiamo stimare un sovrapprezzo medio generato dal cartello, pari a circa il 20% del costo del camion acquistato nel periodo di vigenza dell’accordo illecito; questa è quanto CNA Fita potrebbe recuperare.

Per ulteriori approfondimenti, rivolgersi a Lorenzo Corallini, 0547 317525 345 9056540, lorenzo.corallini@cnafc.it