Quattro uffici a San Mauro Pascoli, Savignano, Gambettola e Cesenatico, nei quali lavorano complessivamente 40 collaboratori. Oltre 2.200 imprenditori associati (di cui il 23% donne). Questa è l’area territoriale CNA Est Romagna, che comprende l’Unione dei comuni Rubicone e Mare. E che ha ora un nuovo responsabile.
Marco Lucchi ha 37 anni, residente a Cesenatico, laureato in scienze e tecnologie alimentari, ha svolto per 4 anni un periodo di ricerca e dottorato in economia e marketing alimentare per l’Università di Bologna, con una collaborazione anche presso la A&M University in Texas. Ha lavorato per Conad nazionale come category manager per quattro anni, fino ad approdare a CNA. Qui, dopo un periodo di affiancamento, ha svolto per due anni il ruolo di responsabile di CNA Formazione.
“Non è necessario – sostiene Marco Lucchi, il nuovo responsabile di CNA Est Romagna – sottolineare quanto sia difficile la situazione sul piano economico e sociale. Ora le imprese da sole non ce la fanno più, perciò occorre intervenire in modo tempestivo, consapevoli che siamo già in ritardo. Tutti i soggetti – a partire da enti locali e banche – devono mettersi nelle condizioni di aiutare e non ostacolare il sistema imprenditoriale. Quattro sono a mio avviso i punti d’attacco su cui intervenire. Innanzitutto, il sistema bancario deve tornare a premiare le imprese che vogliono investire per la crescita, certo, non in modo dissennato, ma accettando di mettersi in gioco e assumere a pieno il ruolo che compete loro, eliminando la burocrazia che si è sviluppata anche in questo ambito.
In secondo luogo, spesso si rischia di mettere sotto ai riflettori solo le imprese che operano nella norma, mentre si perdono di vista i soggetti che lavorano in nero e senza rispettare le regole, probabilmente perché è più complesso individuarli. È necessario invece invertire la rotta e combattere abusivismo e lavoro nero.
In terzo luogo, occorre supportare le imprese virtuose che lottano per continuare l’attività, per mantenere la forza lavoro e chi si mette in gioco per avviare nuove imprese, costruendo un sistema di supporto fatto di sovvenzioni, detrazioni e riduzione sostanziale della burocrazia.
Infine, comparti come il calzaturiero, il turismo e il suo indotto, il settore edile, i trasporti, l’alimentare, sono eccellenze che ci caratterizzano e vanno valorizzate e sostenute. Se venissero smantellate si perderebbero anni di lavoro, oltre che la nostra identità. È necessario mettere in atto azioni pratiche di ampio respiro, i progetti di CNA sulla rigenerazione urbana, sul calzaturiero e in ambito turistico vanno esattamente in questo senso”.
CNA Est Romagna associa 1.400 imprese e oltre 2.200 imprenditori (di cui il 23% sono imprenditrici), elabora oltre 790 contabilità, 2.150 cedolini mensili e predispone 2.700 dichiarazioni dei redditi. Fanno riferimento al sistema CNA anche 1.100 pensionati. La suddivisione per settore delle aziende aderenti a CNA, ricalca quelle che sono le vocazioni più significative dell’artigianato e della piccola e media impresa locale: attività di costruzione 280; servizi alla comunità 250; aziende di produzione 165; settore moda 130; istallazione e impianti 145; alimentare 115. Da evidenziare il peso del comparto moda che in questa realtà vede presenti il 48% delle imprese aderenti a CNA Forlì-Cesena.