CNA Professioni infatti  ha presentato un emendamento qualche settimana fa, ripreso da diverse forze politiche, con il quale proponeva tra l’altro il blocco al 27% dell’aliquota contributiva della gestione separata (invece dell’aumento al 28%). Questo per evitare che malgrado l’approvazione della legge 4/2013 in materia di professioni non regolamentate, la forte pressione fiscale e previdenziale se non ridotta o contenuta, di fatto rappresentasse un disincentivo alla regolarizzazione.

La disposizione è diretta a evitare per l’anno 2014 l’aumento dell’aliquota contributiva pensionistica dal 27% al 28% per gli iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26 della legge n. 335/1995 non iscritti ad altre forme di previdenza né pensionati e limitatamente ai soggetti lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (quindi con esclusione dei soggetti collaboratori coordinati e continuativi e collaboratori a progetto, per i quali l’aliquota contributiva è confermata al 28%).

Maurizio Garavini, coordinatore provinciale di CNA Professioni, esprime soddisfazione per quanto ottenuto, perché consente di avviare un ragionamento più complessivo non vincolato esclusivamente ad esigenze di bilancio, ma ad una considerazione oggettiva, ovvero che si sta parlando di un mondo fatto di professionisti, molti dei quali giovani, che vogliono regolarizzarsi, ma devono trovare da parte dello Stato la giusta attenzione, valorizzazione anche di prospettiva per essere considerati appieno lavoratori autonomi e non solo contribuenti.