Entra nel vivo il confronto sul bilancio preventivo 2013, in attesa della sua approvazione, prevista per il prossimo mese di febbraio.
Fin dai primi incontri con gli amministratori abbiamo evidenziato la necessità di costruire un bilancio preventivo con rigore ed equità. Servono scelte finalizzate alla riduzione della spesa corrente, che rendano più efficiente la pubblica amministrazione e liberino risorse per ridurre il carico dei tributi locali sulle imprese.
Chiediamo interventi per favorire e incentivare i processi di crescita e sviluppo, necessari per uscire dalla fase recessiva che, anche a Cesena, sta assumendo contorni molto allarmanti e sta minando le fondamenta del nostro tessuto produttivo e mettendo a dura prova la coesione sociale del territorio.
Le nostre sollecitazioni e proposte interpretano le esigenze di migliaia di piccole imprese, per questo ci aspettiamo che l’Amministrazione vi presti l’opportuna attenzione.
Partiamo dall’IMU: l’imposta va rimodulata alla luce della normativa che scaturirà dall’approvazione della legge di stabilità. Dovrebbe cambiare significativamente la portata della compartecipazione da parte dello Stato, che per Cesena valeva circa 15 milioni di euro. Noi riproponiamo di applicare le aliquote minime agli immobili strumentali all’attività (nel 2012 sono state invece applicate al massimo: 10,6 per mille; tanto è vero che le imprese hanno subito aumenti d’imposta rispetto all’ICI compresi fra l’80 e il 140 per cento!). Se un imprenditore ha investito risorse nella costruzione del proprio capannone non lo ha fatto per speculare ma, unicamente, per rendere più competitiva la propria impresa. E quindi, in particolare in un momento come questo, va sostenuto. La normativa permette di intervenire in questo senso: l’art. 13 del D. L. 201/2011 assegna ai Comuni una propria potestà regolamentare. È quindi una questione di volontà politica: basta volerlo. Alla giunta Lucchi chiediamo di assumere un preciso impegno in questo senso, per dare un segnale concreto di attenzione e sostegno al sistema imprenditoriale come, peraltro, hanno già fatto altri comuni del nostro comprensorio.
La TARES: la nuova tassa sui rifiuti e servizi indivisibili, che verrà applicata dal 2013, in sostituzione della TIA, rischia di trasformarsi in una patrimoniale occulta. Oltre alla completa copertura del costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la Tares include anche una quota variabile (da 0,3 a 0,4 euro per mq), che porta a stimare un aumento del costo per le imprese del 30% e oltre. È uno scenario che giudichiamo assolutamente improponibile. Per questo chiediamo di attivare immediatamente un confronto per definire una revisione dell’attuale sistema tariffario orientata a far pagare le utenze produttive in rapporto alla reale quantità di rifiuti prodotta .
Incentivi per lo sviluppo: la bozza del bilancio 2013 prevede, opportunamente, risorse da destinare allo sviluppo. Per definirne la ripartizione e la finalizzazione occorre assumere come base di riferimento l’incisività che hanno dimostrato gli interventi messi in campo quest’anno. Per noi la priorità è quella di destinare maggiori risorse al fondo destinato ai confidi, consorzi che svolgono un’azione insostituibile per favorire l’acceso al credito delle piccole imprese. Proponiamo, inoltre, di incentivare gli interventi di rigenerazione urbana, per il recupero di immobili con soluzioni improntate al risparmio energetico.
Sono queste le principali tematiche che devono trovare una puntuale risposta nelle scelte che l’Amministrazione si appresta a compiere. È tempo di dimostrare coi fatti che il sistema delle piccole imprese lo si intende sostenere non solo a parole ma, soprattutto, con atti concreti, indispensabili ad affrontare questa situazione straordinariamente complessa e difficile.