Anche il nostro Paese è messo a dura prova dalla situazione di crisi economica e finanziaria mondiale e da una politica europea poco attenta alle questioni sociali.
Le misure assunte dal Governo, anche se indispensabili, presentano una insufficiente equità nella ripartizioni dei sacrifici.
Tutti siamo coinvolti: imprese e famiglie. I pensionati non vogliono sottrarre ai sacrifici per il risanamento del nostro Paese, ma il peso fiscale ha ormai raggiunto un livello insostenibile, mettendo in pericolo la prospettiva di vivere una vita normale. Aumenta quotidianamente il numero dei cittadini sotto la soglia di povertà.
Pur cercando di risparmiare limitando le spese superflue, tagliando sulle vacanze, sulla salute, quello che continua a colpire sulle tasche dei cittadini e dei pensionati è l’aumento indiscriminato delle tasse e dei servizi, la diminuzione delle pensioni, lo smantellamento dello stato sociale. Sono, queste, azioni e politiche recessive che tolgono la possibilità di spendere proprio a quella parte di popolazione a basso reddito che, obbligata a limitare i consumi, riduce la produzione di beni e servizi da parte delle imprese.
Di seguito riepiloghiamo le principali imposte e tasse attualmente in vigore, che toccano da vicino la platea dei cittadini pensionati.
IRPEF: è un’imposta progressiva che si applica sul reddito, tramite scaglioni stabiliti.
La manovra Monti non è intervenuta sulle aliquote Irpef 2012, confermando di fatto la situazione precedente.
Vi sono attualmente 5 aliquote; si riporta un esempio per semplificare il metodo di calcolo:
con un reddito fino a 15.000 euro l’aliquota è del 23% (3.450 euro), con un reddito fino a 28.000 euro l’aliquota è del 27%, ovvero tale aliquota si paga sul reddito eccedente il primo scaglione per cui si pagherà: il 23% fino a 15.000euro, poi sui restanti 13.000euro il 27%. Le aliquote passano poi al 38%, al 41% e al 43% applicate ai rispettivi scaglioni con la medesima metodologia .
ADDIZIONALE COMUNALE REGIONALE IRPEF: tutti i contribuenti residenti che pagano l’IRPEF sono obbligati al pagamento di tale imposta. Con l’attuale Decreto “Salva Italia” è stato previsto che le Regioni “potranno” portare l’addizionale fino al 1,4%, per passare poi dal 2013 al 2014 ad un aliquota pari al 3%. Inoltre anche i Comuni potranno portare delle modifiche e fare richiesta differenziata in base agli scaglioni di reddito.
IVA: è un’imposta che colpisce il consumatore finale sui beni e servizi,. Di conseguenza, diventa per i cittadini una maggiorazione del costo e dei servizi; l’aliquota ordinaria attualmente è del 21%, che potrebbe passare al più presto al 23%. Su alcuni beni di consumo e servizi vengono applicate aliquote del 4% o 10%.
IMU: dal gennaio 2012 sono tassate le abitazioni e le loro pertinenze. Il calcolo viene eseguito sul valore catastale, aumentato del 5% e moltiplicato con determinati coefficienti. L’aliquota base è dello 0,76%, ma può essere ridotta dal Comune fino allo 0,4%. Sulla prima casa vi è una detrazione di 200 euro, vi sono altre detrazioni per figli a carico di età fino a 26 anni.
Riteniamo siano indispensabili alcune correzioni a questa normativa perché viene applicata l’aliquota come seconda casa a quei pensionati che sono residenti in case di riposo e a coloro che hanno l’usufrutto di un immobile, pur essendo la nuda proprietà di altri familiari.
ACCISE: questa è un’imposta di fabbricazione e vendita di alcuni prodotti come tabacco, carburante, alcol. È un tributo che colpisce sia il produttore che il consumatore finale, e concorre alla determinazione del prezzo del prodotto sul quale viene poi applicata l’IVA.
Vi sono poi altre tasse e imposte che paghiamo, come, ad esempio, l’Imposta provinciale sulle assicurazioni RC auto, il cui gettito è attribuito alle Provincie ed attualmente è del 12,50%.ecc..
Il nuovo tributo comunale sui rifiuti (RES) che entrerà in vigore dal 2013, raggruppa la vecchia tassa dei rifiuti e il nuovo tributo sui servizi comunali. A pagare sarà chi detiene l’immobile a qualsiasi titolo.
Sul versante della sanità notiamo la reintroduzione dei ticket decisi dal Governo, anche se rimodulati sul reddito e con la salvaguardia delle attuali esenzioni.
È la prima volta che in Emilia-Romagna il ticket viene applicato sui farmaci. Ticket anche per le visite specialistiche, che è stato aumentato di 5 euro per tutti, indipendente dal reddito. Sempre esclusi gli esenti. Sugli esami specialistici modulato in base al reddito, un ticket per ricetta con esami, con un valore tariffario superiore a 10 euro.
Se questo è il quadro, pur avendo una gestione oculata è per tutti difficile risparmiare qualcosa.
Pertanto, oltre agli aspetti puramente economici, quello che ci sembra più grave è non aver tenuto presente gli aspetti sociali. Finora, da parte dello Stato, è mancata la capacità di calarsi nella realtà delle famiglie, dei pensionati, dei giovani disoccupati, dei più poveri, mettendo a punto una fiscalità che vada incontro alle famiglie.
Adesso, però, ci aspettiamo il rispetto degli impegni presi, di fronte al Paese sull’equità, sul rilancio e lo sviluppo. Per questo i pensionati si aspettano una più giusta redistribuzione dei carichi fiscali e l’eliminazione dei privilegi.