Provocazione? No: proposta concreta e attuabile, anche grazie a una moratoria.

Si avvicina la scadenza per il pagamento dell’IMU e le imprese fanno i conti. C’è chi, a Forlì, per un capannone di 630 mq dovrà pagare 2.073 euro di IMU, circa il 70% in più rispetto all’ICI. Chi per un negozio di 95 mq vedrà raddoppiato l’importo da pagare: da poco più di 400 a 800 euro. 

A Cesena gli aumenti rispetto all’ICI superano l’80%. C’è chi per un laboratorio artigiano di 2.150 mq dovrà pagare 8.740 euro rispetto ai 4.800 dell’ICI. Chi per un capannone di 517 mq dovrà pagare 2.351 euro di IMU rispetto a 1.290 di ICI.
Queste sono le cifre che dovranno sborsare a breve le imprese, decisamente numeri non indifferenti in un momento come questo. Anche perché succede spesso che le stesse imprese vantino crediti ben maggiori dalle pubbliche amministrazioni, che vengono saldati con i consueti tempi biblici.

Infatti pagare in ritardo, secondo una recente indagine SWG per CNA, rappresenta purtroppo una regola, e non l’eccezione, per la pubblica amministrazione. Il 73% degli enti pubblici italiani paga oltre la scadenza contrattuale. Per le imprese delle costruzioni il tempo complessivo di incasso delle fatture emesse verso enti della PA è di 238 giorni. Come conseguenza, il 45% delle imprese intervistate denuncia una mancanza di liquidità derivante dai ritardi dei pagamenti, tanto che il 21% di esse deve sostenere costi aggiuntivi dovuti al pesante utilizzo dello scoperto bancario proprio per fronteggiare la carenza di liquidità.

In queste condizioni, l’esborso legato al versamento dell’IMU è davvero la goccia che fa traboccare il vaso! Ai nostri imprenditori non manca certo il senso di responsabilità e non è sicuramente intenzione di CNA incitare alla disobbedienza fiscale, ma cercare soluzioni concrete per le imprese sì. È per questo che proponiamo una cosa molto semplice: compensare quanto dovuto per l’IMU con i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione per le imprese fornitrici dei comuni che sono in attesa di essere pagate.

Non si può più chiedere alle imprese di fungere da banche anticipando liquidità allo Stato! Questa è una proposta semplice, concreta e attuabile. Che sarebbe per le imprese un segnale di vicinanza importantissimo e una testimonianza della volontà di sostenere l’economia del territorio.

La stupida burocrazia non ce lo permetterà mai? Abbiamo trovato una soluzione anche per questo: una moratoria, ossia un patto tra amministrazioni locali e contribuenti che preveda che le imprese paghino l’IMU solo nel momento in cui riscuotano effettivamente i crediti vantati, senza sanzioni né interessi.

Un modo per ingenerare un circolo virtuoso, anche per recepire finalmente la direttiva comunitaria contro i ritardi di pagamento, che stabilisce per le pubbliche amministrazioni tempi di pagamento non superiori ai 30 giorni.
Come dire: non ci sono più scuse. È ora di ricevere risposte concrete da parte delle amministrazioni.
Che potranno fare anche molto di più se decideranno, come chiede CNA, di rivedere le aliquote per gli immobili produttivi delle imprese. Cosa che, ricordiamoci, entro il 30 di settembre hanno tutte la possibilità di fare.

Enzo Cortesi
Presidente CNA Forlì-Cesena