CNA Alimentare stima in un –15% il calo delle vendite sul mercato europeo in gennaio dopo lo scandalo dell’olio italiano taroccato, ossia miscelato con prodotti importati e poi distribuito a prezzi stracciati. Proposto un Tavolo interministeriale e il ripristino dell’etichettatura dell’‘olio vergine’ per i prodotti low cost che non rispondono a determinate caratteristiche organolettiche.

Il mercato tedesco è fermo. Così come quello austriaco, svizzero e belga.  Questa la denuncia dei frantoi italiani che registrano un calo delle vendite sui mercati europei, soprattutto di lingua anglosassone e tedesca, che supera il 15%.
Una batosta che si aggiunge alle difficoltà del settore anch’esso investito dalla crisi, già a partire dal 2008. E sottoposto, in questi giorni, al gelo e alla neve che sta mettendo in ginocchio l’Italia.
A congelare le vendite di una delle punte di diamante del Made in Italy alimentare, l’extravergine di alta qualità, è lo scandalo dell’olio italiano taroccato scoppiato nei Paesi europei dell’area tedesca subito dopo Natale. 
Le indiscrezioni filtrate su un’indagine dell’Agenzia delle Dogane, in collaborazione con il settore frodi del Corpo Forestale dello Stato e della Guardia di Finanza, pubblicate sulla stampa italiana, infatti, hanno avuto una vasta eco sui media tedeschi e, a cascata, sui Paesi limitrofi.
Secondo l’indagine, l’olio etichettato come extravergine italiano sarebbe miscelato con oli spagnoli, tunisini, greci, marocchini per finire poi sugli scaffali dei supermercati a prezzi concorrenziali.
“Etichette poco riconoscibili e la genericità del marchio ‘extravergine’ consentono di colpire al cuore uno dei prodotti di punta dell’agroalimentare italiano  – denuncia Francesca Petrini Vicepresidente di CNA Alimentare  – così oli proposti a  2- 3 euro al litro si confondono con gli extravergine che possiedono caratteristiche organolettiche neanche lontanamente paragonabili”.
“In questo modo aggiunge la Petrini – si affonda l’export italiano,  ovvero le aziende più innovative, preparate e che hanno investito anche in tempo di crisi”.
Ecco perché CNA Alimentare propone per gli oli low cost con basse caratteristiche organolettiche il ripristino dell’etichettatura ‘olio vergine’, così da garantire ai consumatori una corretta informazione sulle caratteristiche del prodotto.
Il dito dei frantoi italiani, inoltre, è puntato sulla cattiva informazione che, soprattutto nei mercati stranieri, non fa distinzione fra prodotti e aziende profondamente diverse mettendo tutto il Made in Italy  in un unico calderone.
“Anche da questo punto di vista va fatto uno sforzo  per investire su una campagna immagine in grado di valorizzare il solo Made in Italy di alta qualità. Proprio per affrontare tutti i problemi e rilanciare questo settore  – conclude la Petrini – chiediamo un Tavolo interministeriale da convocare al più presto”.

Per informazioni:
Laura Pedulli tel. 0543 770175 – email: laura.pedulli@cnafc.it