E’ stata espressa, da più parti, grande soddisfazione per il riconoscimento dello squacquerone di Romagna Dop, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea in data 15 ottobre scorso.

La vittoria dello squacquerone (“squaquaron” in dialetto romagnolo) viene sottolineata anche da Daniele Mazzoni, esponente CNA e referente dell’Associazione per la promozione dello squacquerone di Romagna Dop. Di questa Associazione, ricorda Mazzoni, fanno parte dieci aziende dei territori forlivese, cesenate, ravennate, riminese, bolognese e ferrarese. Associazione che, per dieci anni, si è battuta per ottenere la valorizzazione e soprattutto la tutela di questo tipico prodotto, attraverso il rispetto di uno specifico disciplinare di produzione a cui, d’ora in poi, occorrerà attenersi per produrre vero squacquerone e non sue volgari imitazioni.

Lo squacquerone di Romagna, come si sa, è un formaggio a pasta molle ottenuto esclusivamente con latte vaccino intero, impiegando fermenti lattici autoctoni, partendo dal latte di provenienza esclusiva di allevamenti localizzati all’interno dell’area tipica. Il disciplinare prevede che l’alimentazione del bestiame dovrà comprendere fieno di medica ed eventualmente fieno di prato della medesima area tipica. Come si vede un importante riconoscimento per un prestigioso quanto antico prodotto della nostra terra.

Ora, l’iter europeo prevede un periodo di sei mesi, durante i quali gli Stati membri dell’Unione europea potranno presentare eventuali osservazioni. Dopo di che solo il nostro squacquerone di Romagna potrà fregiarsi a tutti gli effetti del rinomato riconoscimento, che lo tutelerà dalle troppe sleali imitazioni cui sono soggetti, non a caso, molti grandi prodotti tipici italiani. Non a caso è preciso progetto dell’Associazione per la promozione dello squacquerone di Romagna Dop di divenire a tutti gli effetti Consorzio per la tutela e l’ulteriore sviluppo di produzione rigorosa e controllata.