Infatti, oggi, le compagnie assicurative decidono le tariffe delle polizze RC auto, possono imporre da chi far riparare l’auto incidentata, condizionano l’importo del risarcimento, condizionano le tariffe orarie che devono applicare le officine, intervengono nella determinazione dei tempi di riparazione ed ora, attraverso contratti del tipo “auto, presto e bene”, imposti da UNIPOLSAI, vorrebbero decidere, pure, sui pezzi di ricambio da utilizzare nelle riparazioni. In questo Paese non deve venir meno il diritto da parte del cittadino/consumatore di rivolgersi all’officina di autoriparazione di propria fiducia e le assicurazioni non devono essere messe in condizione di imporre tariffe massime per le riparazioni e/o di effettuare sconti sui premi delle polizze collegati alla obbligatorietà, assunta dal danneggiato, di far riparare l’auto dalle imprese di autoriparazione convenzionate dall’assicurazione, alla ricerca del massimo ribasso, le quali ultime sono costrette ad adottare tempi di riparazione compressi e tariffe sottocosto rispetto a quelle di mercato essendo orientati dalle assicurazioni verso l’”economicità” dell’intervento di riparazione e non già verso la “qualità” dello stesso.

Le assicurazioni tendono ad accreditare la tesi che le officine possano rifiutarsi di sottoscrivere tali contratti, per diventare fiduciari delle assicurazioni, se considerano i contratti, a loro offerti, come contratti capestro, ma tale opzione appare, evidentemente come semplicemente teorica, dato che, controllando i contratti RCAuto, con le clausole sviluppate negli ultimi anni, appaiono evidenti gli intenti, da parte assicurativa, di spingere l’utente, verso le carrozzerie convenzionate, incanalando, prevalentemente questo mercato di riferimento esclusivamente verso le officine che accettano tali contratti capestro. Si sono create, insomma, nel mercato delle riparazioni a seguito di sinistri, le condizioni dell’abuso di posizione dominante perché, le clausole ricordate violano i principi di libero mercato e di libera concorrenza tra le imprese di autoriparazione, con il rischio reale di una mancanza di tutela dei diritti dell’assicurato dal punto di vista della qualità ed affidabilità della riparazione, elementi indispensabili ai fini della sicurezza stradale.

L’art. 2082 del Codice Civile stabilisce, testualmente, che è imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi e, poiché tale connotazione, deve essere collegata al concetto di profitto in senso economico, l’attività economica può essere qualificata come imprenditoriale solamente se chi la esercita ricava dalla stessa, un profitto. Quindi, sia in termini di giurisprudenza che di codice, è imprenditoriale quella attività economica, organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi, che sia di per se idonea a rimborsare i fattori della produzione impiegati mediante il corrispettivo di ciò che si produce o si scambia ed appare illegittimo che altri operatori di mercato, abusando della propria condizione dominante, impediscano il coerente esercizio di attività imprenditoriali. Il settore autoriparazione vuole denunciare questa illegittima distorsione del mercato e la necessità di intervenire rapidamente per riequilibrare la regolamentazione in ambito RCauto, affinché tutti gli attori in campo svolgano il proprio ed esclusivo ruolo. rilanciando la competizione tra imprese e riducendo i costi per i consumatori senza sviluppare condizioni che possano creare pregiudizio per la sicurezza dei conducenti.

Negli ultimi anni, malgrado la crisi che morde i consumi dal 2009, e malgrado le clausole contrattuali introdotte dalle assicurazioni, spacciate per condizioni in grado di ridurre i costi per i cittadini, abbiamo registrato, ancora, aumenti dei premi assicurativi su base nazionale con un allungamento dei tempi di liquidazione dei danni. I carrozzieri chiedono che i cittadini siano liberi di scegliere la carrozzeria a cui rivolgersi per le riparazioni sia nella fase giudiziale che in quella stragiudiziale e di decidere autonomamente se cedere il proprio credito alle imprese di fiducia in caso di sinistro e che gli sconti, che la politica cerca di introdurre a favore degli utenti, non siano legati a procedure distorsive del mercato come nel caso del rimborso ‘in forma specifica’ che si sono dimostrati inefficaci per la riduzione dei costi, penalizzanti per gli autoriparatori che vedono lesi i propri diritti di imprenditori, e pericolosamente pregiudiziali per la sicurezza dei veicoli.

CNA Unione Servizi alla Comunità
Forlì-Cesena