Il saldo delle imprese dell’area, esclusa agricoltura, seppur ancora negativo (-0,7%) è in linea con il dato provinciale (-0,6%) e migliore rispetto al dato 2015 (-1,8%).

È importante segnalare che nei singoli comuni emergono sostanziali differenze, come a Bertinoro (+1,2%) rispetto a Forlimpopoli (-1,6%), che confermano una situazione di disomogeneità del territorio.

Il dato degli addetti si conferma ancora positivo (+1,5%) e anche in questo caso allineato con il dato provinciale (+1,9%): 11 comuni su 14 registrano scostamenti positivi nel numero degli addetti, fatta eccezione per Bertinoro (-2,9%), Castrocaro Terme (-5,9%) e, seppure in misura molto più leggera, Santa Sofia (-0,7%).

Dall’analisi del saldo imprese per singoli settori emerge che, nell’area delle Colline forlivesi, il comparto delle costruzioni ha avuto una diminuzione in linea con il dato provinciale (-1,1%) mentre risultano migliori quello del trasporto (-0,9%, contro il -3,4% della provincia) e commercio (invariato, contro il -1,7%). Praticamente stabile il numero delle imprese del settore dei servizi (-0,1%), mentre si evidenzia una flessione per quanto concerne il manifatturiero (-2,2%, rispetto al -1,3% provinciale).

Il confronto, sempre sul 2016, relativo al numero di addetti dei medesimi settori, conferma  una sola situazione negativa nel manifatturiero (-3,7%); tutti positivi, invece, i restanti settori, con le costruzioni (+1%), trasporto (+10,8%), servizi (+9,6%) e commercio (+4,2%).

“Dal nostro osservatorio – afferma Mauro Turchi, presidente di CNA Colline forlivesi – emerge un quadro che, purtroppo, riconferma la contrazione del numero delle imprese, anche se il decremento è comunque più contenuto rispetto a quello degli anni precedenti. L’elemento positivo determinato dal numero di addetti in crescita, conferma il segnale già registrato a inizio 2017, a dimostrazione di una tendenza che comincia a diventare strutturale e incoraggiante sul versante della dimensione aziendale”.

Certo, la struttura produttiva resta sempre quella dominata dalle micro e piccole imprese ma se a fronte di un calo, anche minimo, nelle imprese, corrisponde un aumento degli addetti, allora possiamo intravedere la giusta direzione.

“Per questo – conclude Turchi – crediamo che l’imprenditoria locale che resiste e che assume, oggi più di prima, rappresenti un patrimonio non solo di CNA ma delle intere comunità locali. Auspichiamo, pertanto, che la parte pubblica (Unione e singole amministrazioni) adotti strategie di programmazione finalizzate a sostenere il tessuto produttivo locale, con particolare attenzione alle imprese dei settori ancora oggi in sofferenza”.