Il mondo dell’autotrasporto ha poche certezze ma almeno una costante: il primo gennaio, inesorabilmente, arrivano gli incrementi dei pedaggi a fronte di miglioramenti nella qualità dei servizi, solo presunti.

“Tra le spese di un’azienda di autotrasporto di merci per conto terzi – afferma Daniele Battistini, presidente di CNA Fita Forlì-Cesena – i pedaggi autostradali hanno un peso pari al 10% e rappresentano la terza voce di costo dopo il personale e il carburante, con un aggravio superiore per chi esegue trasporti di linea nazionali, in quanto effettua oltre il 70% della sua percorrenza annua su autostrade a pedaggio. Questo rincaro genererà oneri aggiuntivi per oltre 300 milioni di euro l’anno”.

Peraltro, occorre evidenziare che l’entità del rincaro sembra non seguire alcuna logica ragionevole: né quella legata all’inflazione – prevista all’1,2% mentre il pedaggio è pari al 2,75% – né quella rapportata ad adeguati investimenti sulla rete.
Sorge allora il dubbio che il rincaro dei pedaggi si rinnovi, tra Stato e concessionari, su modelli privi di trasparenza e con parametri quantomeno discrezionali.

“È venuto il momento – conclude Battistini – di aggiornare le modalità di adeguamento annuale delle tariffe, considerando in maniera più realistica la qualità del servizio reso dai concessionari. Continuiamo a registrare, infatti, l’inadeguatezza della rete autostradale italiana, evidenziata da una velocità media tra le più basse d’Europa, dai disagi causati ad ogni precipitazione nevosa, dalla carenza di aree di sosta e da una discutibile manutenzione del manto stradale”.

CNA Fita chiede al Governo una maggiore coerenza, perché non può riconoscere all’autotrasporto professionale italiano i costi più alti del continente e poi continuare a penalizzarlo!

Per ulteriori approfondimenti è possibile contattare il responsabile di CNA Fita Forlì-Cesena:
Lorenzo Corallini
tel. 0547 025429 | e-mail lorenzo.corallini@cnafc.it

 

 

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