L’Italia sale al terzo posto nella graduatoria dei prezzi del gasolio alla pompa più alti d’Europa. A registrarlo l’Osservatorio sui prezzi dell’energia della Commissione europea, che al 2 gennaio scorso evidenzia un prezzo di 1,890 euro al litro. A far lievitare a dismisura il costo del carburante è sicuramente l’incremento di accisa e tasse sull’accisa, passate da una incidenza sul prezzo finale pari al 38,7% lo scorso 5 dicembre al 50,69% attuale. 

Per le imprese di autotrasporto – sottolinea Paolo Andreini, presidente CNA FITA Forlì- Cesena – la stangata è pesantissima perché condiziona fortemente la principale fonte di energia utilizzata per alimentare i motori dei camion tramite i quali si svolge il lavoro.” 

È un gravoso fardello a cui si aggiungono gli aumenti di tutte le voci di costo correlate a questa attività, in particolare l’aumento del 2% sulle tariffe che ASPI ha applicato a decorrere dal primo gennaio 2023 sulle tratte autostradali di cui è concessionaria. Una impresa di autotrasporto percorre mediamente il 70% su tratte autostradali e questo aggiornamento costerà circa 300€ l’anno per ogni veicolo di cui ha disponibilità. 

“Il risultato è che dal 1° gennaio scorso i pedaggi autostradali e il rifornimento per un veicolo pesante incideranno per 10.300 euro in più l’anno sulle casse delle imprese di trasporto. Per tutti noi piccoli artigiani, una situazione insostenibile – precisa Andreini – che nell’immediato richiede perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo.”

A livello nazionale CNA FITA è impegnata in maniera decisa nel porre all’attenzione del Governo questa pesante situazione, che se non verrà velocemente sistemata, non potrà che portare il mondo dei trasporti al fermo dei servizi.