Prima di mettermi al lavoro ho fatto una meditazione di tre giorni, avevo la necessità di creare un vuoto mentale. Era un momento davvero difficile, tutto a un tratto eravamo caduti in un baratro da cui ancora non siamo emersi. Avevo bisogno di trovare una risposta di speranza, di dare un’espressione al rinnovamento della vita in settimane in cui si parlava solo di morti.

La voce di Gildo Torelli, apprezzato scultore di Ranchio, vibra mentre racconta i giorni in cui la sua creazione a oggi più importante ha trovato la spinta decisiva per emergere definitivamente. La memoria corre indietro di un anno, all’improvviso lockdown dettato dalla pandemia di Covid-19. Il suo mobilificio ART MOBILI di Sarsina è costretto a chiudere come la maggior parte delle altre attività, per Gildo il periodo di inattività forzata diventa l’occasione per riprendere in mano un importante progetto fino a quel momento soltanto abbozzato, facendo appello a una grande forza interiore e alla consueta maestria.

Tre anni prima un amico marmista, Sauro Busoni, mi aveva regalato un pregiato blocco di marmo di Carrara. Per mesi ho studiato per capire cosa potevo realizzare in base alla conformazione del blocco, poi ho cominciato a lavorarci a poco a poco nei week-end e nei giorni di festa. Durante il lockdown ho lavorato alla mia opera ininterrottamente da mattina a sera e a poco a poco sono riuscito a ultimarla sapendo che non potevo sbagliare, perché con il marmo quando si toglie qualcosa lo si è tolto per sempre. Non ho fatto alcuna copia preparatoria in legno o creta.

E’ nata così “La creazione di Adamo”, ispirata all’omonima celeberrima opera di Michelangelo Buonarroti con cui il protagonista del Rinascimento italiano affrescò nel 1511 la Cappella Sistina. E proprio all’interno della famosa cappella della Città del Vaticano potrebbe un giorno trovare ospitalità l’opera di Torelli. “Già nel 2018 ho donato a Papa Francesco una mia opera, la Madonna della Neve” racconta l’artista. “Si tratta di una copia in ceramica dipinta a mano della statua originale in marmo sivec greco che avevo realizzato nel 2012 per la chiesa di Ranchio. Ora ho fatto richiesta per questa nuova donazione e sono in attesa di ricevere una risposta. Il sogno sarebbe poterla vedere all’interno della Cappella Sistina, dove a oggi non sono presenti altre sculture, o comunque all’interno dei Musei Vaticani”.

Il percorso artistico di Gildo Torelli è iniziato da bambino all’interno della bottega del padre falegname. “Già allora mi divertivo a creare piccoli oggetti e giocattoli destinati ai compagni di scuola” ricorda. Dopo il legno, la creta e la ceramica, la sua personale evoluzione artistica l’ha portato negli ultimi anni a confrontarsi quasi esclusivamente con il marmo, “la materia definitiva, dove non sono ammessi ripensamenti e non si può tornare indietro”. “Alcuni anni fa – rivela Torelli – durante una visita a Caprese, la città natale di Michelangelo, davanti a una sua icona mi sono promesso solennemente che anch’io sarei arrivato un giorno a scolpire il marmo. E così è stato”.

Oggi, in attesa di un appuntamento con la Rai per mostrare le sue opere, Torelli si è rimesso al lavoro su una nuova opera dal forte coinvolgimento emotivo. “La intitolerò ‘L’abbraccio’ e raffigurerà Luigi e Sergio, i miei due fratelli scomparsi in due differenti incidenti stradali mentre si abbracciano. Ricostruirò il volto di Luigi, rimasto sfigurato nell’incidente. E’ un’opera che ho iniziato dodici anni fa, ora sto lavorando alle opere singole in creta, poi realizzerò l’opera congiunta in marmo. Ci lavoro il sabato e la domenica, a volte anche in altri momenti perché nell’ultimo anno il lavoro è calato a causa della pandemia”.

E proprio alla pandemia va l’ultimo pensiero prima di rimettersi al lavoro. “Se dovessi creare un’opera artistica in grado di rappresentarla – dice Gildo – farei un mondo coperto da una cappa tipo mascherina con un foro per poterlo liberare. Un foro attraverso cui attingere a un aiuto esterno, non umano, celeste. Sono da sempre devoto alla Madonna, nel 1972 mi sono raccomandato alla sua protezione per un’operazione al cuore promettendo che avrei donato la mia opera più importante e così ho fatto”.