La nascita come officina metalmeccanica alla fine degli anni Ottanta. La progettazione e realizzazione dei primi componenti per mini escavatore e la partecipazione ad alcune fiere di settore. La capacità di cavalcare un mercato in forte espansione durante gli anni Novanta, diventando progressivamente leader di settore. Poi l’arrivo della pandemia e la forza di andare controcorrente, chiudendo il 2020 con un incremento di fatturato pari al 12% rispetto all’anno precedente ed entrando nel grande gruppo della società svedese Lifco AB in un’ottica di ulteriore crescita.

Quella della Cangini Benne, da più di trent’anni azienda di riferimento nella progettazione e costruzione di attrezzature per macchine movimento terra, è una storia di grande imprenditoria che va di pari passo con l’amore verso la propria terra dimostrato fin dal primo momento dai fondatori, i fratelli Giorgio e Davide Cangini, che a Sarsina hanno saputo creare un’impresa d’eccellenza dimostrando come sia possibile ottenere risultati straordinari anche lontano dai grandi centri produttivi.

Insieme a Davide Cangini abbiamo fatto il punto tra passato, presente e futuro della Cangini Benne, alla luce dei cambiamenti di mercato e delle nuove prospettive derivanti dalla digitalizzazione, senza dimenticare che “per fare impresa, nonostante alcuni aspetti siano cambiati profondamente rispetto a trent’anni fa, occorre prima di tutto esserne fortemente convinti, avere coraggio, buttare il cuore oltre all’ostacolo, al di là dei meri numeri” come sottolinea l’imprenditore della Valle del Savio.

“La Cangini Benne – racconta Davide Cangini – nacque da un’idea di mio fratello Giorgio. Più che un progetto preciso legato a un determinato prodotto o mercato, fu il suo desiderio di cambiare vita e di aprire una propria impresa la molla decisiva. All’inizio si faceva piccola carpenteria lavorando principalmente conto terzi tra saldature e lavorazioni. La visione di entrare nel mondo dei mini escavatori è arrivata pochi anni dopo con un processo di formazione e competenze che ha permesso di cogliere le opportunità di un mercato che si andava costruendo ed espandendo molto velocemente in quel momento”.

I primi progetti e i primi modelli realizzati arrivarono subito dopo. “In quegli anni – ricorda Davide Cangini – mio fratello Giorgio iniziò a muoversi all’interno della realtà delle fiere di settore, ponendo le basi per quella che oggi è la rete commerciale della Cangini.  Ho cominciato il mio percorso in azienda ad appena quindici anni, ricordo ancora il giorno in cui abbiamo messo i pilastri per fissare la tettoia. Da quel momento ad oggi il percorso è stato molto impegnativo ma anche entusiasmante”.

L’innovazione continua grazie alla quale la Cangini Benne è riuscita a crescere costantemente, superando con successo anche i momenti più impegnativi come la crisi economica della seconda metà degli anni Duemila, è stata fondamentale anche nell’ultimo anno segnato dalla pandemia e dalla rottura di diversi equilibri a livello mondiale. “Abbiamo affrontato questa situazione inedita senza piangerci addosso – sottolinea Cangini – pur sapendo che i danni causati dalla pandemia sono stati notevoli e non ne siamo ancora fuori. Ci siamo riorganizzati velocemente, rispetto ad altri concorrenti abbiamo fatto un percorso più convinto, con meno paura forse, per riuscire a dare risposte rapide ai nostri clienti, consapevoli che comunque ne saremmo venuti fuori attraverso il lavoro”.