Apprezzabile la sforbiciata di 25 punti base apportata dalla Banca centrale europea ai tassi anche se avremmo preferito una riduzione più decisa. Auspichiamo però che la Bce prosegua nei prossimi mesi lungo questa strada, magari con più coraggio, per fronteggiare le circostanze avverse soprattutto esogene che sta affrontando l’economia dell’area euro.
Ci auguriamo ora che il sistema bancario italiano trasferisca finalmente alle imprese gli effetti benefici ricevuti dai cinque tagli consecutivi al costo del denaro e allenti i criteri di concessione dei prestiti in particolare ad artigiani e piccole imprese. Finora queste categorie non hanno avvertito un cambiamento di passo, come si evince dalla crescita della domanda di credito, cui però non corrisponde al momento un incremento dell’offerta.
A questo si aggiunge il fatto che, anche nel 2025, chi deve fare i conti con il costo dell’energia per stare sul mercato dovrà vedersela con concorrenti europei favoriti in modo smaccato. I costi energetici penalizzano, infatti, lo sviluppo e le attività delle aziende: le piccole imprese italiane pagano l’energia il 40% in più della media europea, il 60% in più della Spagna e il 50% in più della Francia. Questo perché circa la metà delle voci in bolletta sono composte da oneri e tasse. Come se non bastasse, da settimane il prezzo del gas, uno dei componenti principali della formazione del prezzo dell’elettricità, sta aumentando costantemente e i contraccolpi delle crisi internazionali non fanno sperare in una inversione di tendenza.
Uno sguardo più di prospettiva ci viene dato, in questi giorni, dalla “Bussola europea per la competitività”, annunciata dalla Commissione europea, il cui obiettivo è incentivare la semplificazione normativa per favorire gli investimenti e l’imprenditorialità. Un progetto che prevede tre pilastri di intervento: colmare il divario di innovazione, creare una tabella di marcia comune per la decarbonizzazione e la competitività, ridurre le dipendenze eccessive e aumentare la sicurezza. Questi tre pilastri sono integrati da cinque attivatori trasversali per la competitività: semplificare; ridurre gli ostacoli al mercato unico; finanziare la competitività; promuovere le competenze e posti di lavoro di qualità; migliorare il coordinamento delle politiche a livello nazionale e dell’Ue.
Un orientamento condivisibile ma che, nella sua traduzione concreta, deve necessariamente prevedere percorsi particolari che tengano conto delle peculiarità delle micro, piccole e medie imprese che costituiscono il nostro tessuto economico, all’insegna della visione “Pensa prima in piccolo – Think small first”. Questo per favorire davvero lo sviluppo di un’economia europea che sia innovativa e attrattiva a livello globale.
Franco Napolitano, direttore generale CNA Forlì-Cesena