Un’occupazione non più in linea con le proprie aspettative, la ricerca di una maggiore qualità di vita, la necessità di autorealizzazione, il bisogno di crescita personale. Le motivazioni possono essere diverse – e a volte coesistono – ma il risultato è lo stesso e si conferma un trend in continua crescita: sempre più italiani scelgono di lasciare il proprio lavoro. L’ultima nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro certifica che sono 1,66 milioni le dimissioni dal lavoro registrate da gennaio a settembre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021 c’è stato un balzo del 22%.

L’aumento delle dimissioni volontarie, partito durante la pandemia negli Stati Uniti, dove è stato ribattezzato “Great Resignation” o “Big quit”, ha interessato nei mesi seguenti anche l’Europa e l’Italia, tanto che nel nostro Paese sono diventate la seconda causa di cessazione dei rapporti di lavoro dopo i contratti a termine.

Niente sarà più come prima: la profezia si sta avverando?

La frase diventata quasi un ritornello durante i mesi più duri del lockdown sembra si stia avverando nel mondo del lavoro, dove gli effetti di lungo termine della pandemia sono sempre più evidenti. La straordinarietà dell’esperienza vissuta ha portato tantissime lavoratrici e lavoratori a mettere in discussione abitudini e progetti di vita, in un rimescolamento di priorità che ha interessato a 360 gradi le relazioni umane, le ambizioni personali e il rapporto tra vita privata e lavoro.

Se si abbandona il proprio posto di lavoro, fisso o a tempo determinato, lo si fa per una serie di motivi che vanno ben oltre la semplice retribuzione. Il senso di precarietà che abbiamo provato nei mesi più duri della pandemia sembra aver fatto suonare la sveglia per tanti: se la nostra vita non ci piace, se abbiamo un sogno nel cassetto, se pensiamo che potremmo vivere meglio… è arrivato il momento di cambiare.

Dimissioni volontarie: cambiare lavoro per cambiare vita

È questo il passaggio fondamentale: lasciare il posto di lavoro, dove si trascorre buona parte della propria giornata, è sentito come il momento decisivo per riprendere in mano la propria vita. Negli Stati Uniti, dove la Great Resignation è ormai diventata un fenomeno su larga scala, questa consapevolezza è presente in chi decide di compiere il grande passo.

Anche in Italia lasciare il posto di lavoro sta diventando sempre più un’occasione per riconsiderarsi a tutto tondo e, magari, decidere di dare vita a nuovi progetti imprenditoriali in cui sentirsi davvero protagonisti.

Realizzare un proprio sogno: aprire una nuova attività

Tra chi ha deciso di lasciare la propria occupazione fino a oggi, 4 persone su 10 lo hanno fatto senza avere altre offerte di lavoro (dati Osservatorio del Politecnico di Milano). Tra queste si nascondono numerosi potenziali imprenditori e liberi professionisti di domani, che si stanno preparando a realizzare il proprio progetto di vita attraverso una scelta concreta: aprire partita Iva e dar vita a una nuova attività.

Un progetto che per chi vive nel territorio di Forlì-Cesena può contare su un alleato prezioso, il Servizio CreaimpresaLab di CNA, nato per sostenere aspiranti imprenditrici e imprenditori nell’avvio di una nuova attività attraverso consulenze di settore, webinar tematici e un supporto a tutto tondo personalizzato.