Con la conversione in Legge 04 agosto 2022 n. 122 del D.L. L 73/2022 (Decreto Semplificazioni) dal 20/08/2022 è operativo lo sblocco della cessione dei crediti corrispondenti ai bonus edilizi antecedenti il 1° maggio 2022. L’art. 40-quater del DL 73/2022, introdotto appunto in sede di conversione, ha disposto infatti, tra l’altro, l’abrogazione dell’art. 57 comma 3 del DL 50/2022.

Tale disposizione transitoria circoscriveva la previsione di cui all’art. 14 comma 1 lett. b) del DL 50/2022  ai soli crediti derivanti dalle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura ex art. 121 del DL 34/2020 inviate all’Agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022.

Nella nuova formulazione la legge consente alle banche di cedere i crediti a tutte le Partite Iva senza limiti di tempo.

Il nuovo meccanismo di cessione del credito, prevede che i crediti possono essere ceduti al massimo tre volte:

  • prima cessione “libera”, ossia verso qualunque tipo di cessionario, da parte del committente-beneficiario dell’agevolazione che cede la sua detrazione o dell’impresa che ha concesso lo sconto in fattura al committente-beneficiario;
  • seconda e terza cessione “qualificata”, ossia solo verso le banche e gli intermediari finanziari, incluse le società appartenenti a un gruppo bancario (SGR, SIM, SICAV e SICAF) e le imprese assicuratrici operanti in Italia;
  • alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’art. 64 del DLgs. 1° settembre 1993 n. 385, è riconosciuta la possibilità di effettuare una quarta o ultima cessione in favore dei soggetti clienti con partita che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione.

Pertanto, le banche possono cedere i crediti a tutti i correntisti titolari di partita Iva, i quali non potranno cedere a loro volta i crediti acquisiti dalla banca.

Tuttavia, lo sblocco delle cessioni resta tra le principali emergenze da affrontare, come ha ricordato la CNA nel corso del recente incontro con il Presidente del Consiglio.

La correzione del quadro normativo, infatti, non assicura la ripresa regolare del mercato dei crediti e pertanto la CNA sollecita un attento e quotidiano monitoraggio per verificare l’efficacia della norma e, se necessario, intervenire senza ulteriori esitazioni con misure ad hoc per le oltre 30 mila imprese artigiane strette nella morsa dei crediti incagliati e la conseguente perdita di 150.000 posti di lavoro.