Rachid El Khalfi è nato in Marocco 47 anni fa e vive a Cesena da 17 anni. È l’ultimo di sette fratelli e, come sovente accade ai piccoli di famiglia, è il più curioso e irrequieto: “Sono cresciuto con il sogno di mettermi in viaggio e rifarmi una vita all’estero – racconta – sono stato anche in Spagna e Francia, ma solo quando sono arrivato in Italia ho capito che è questa la mia casa».

Un passato da falegname, da un anno Rachid si è completamente reinventato e ha aperto la macelleria ‘La gazzella’ (con annesso un minimarket etnico) in via Borello 651 a Cesena.

Rachid El Kahalfi, com’ è nata l’idea di aprire una macelleria?

Ho sempre lavorato come falegname, prima nell’azienda di mio padre, poi, una volta a Cesena, alle dipendenze di grosse imprese della zona. Ma da anni desideravo mettermi alla prova nel settore alimentare e, assieme a mia moglie, abbiamo deciso di frequentare i corsi di formazione previsti. Lei è stata assunta da Amadori, allo stabilimento di San Vittore. Io ho aperto la macelleria.

Lei vende carne ‘halal’, macellata, cioè, nel rispetto dei principi della religione islamica. Significa che ha soprattutto clientela musulmana?

No, mi trovo in una zona poco servita dalla grande distribuzione, quindi i miei clienti sono in gran parte residenti nei dintorni. Ci sono italiani, filippini, tunisini, sudamericani: insomma, gente da tutto il mondo.

In quali difficoltà si è imbattuto nell’avviare un’attività?

Non ho avuto nessuna particolare difficoltà, anzi, devo ringraziare chi mi ha supportato e fornito le informazioni necessarie. Mi hanno dato una grossa mano.

Come mai si trova a Cesena?

Non è un caso, ho scelto di vivere qui. Subito dopo il mio arrivo in Italia, nel 2001, mi ero stabilito a Milano. Poi, un mio amico mi ha proposto di seguirlo a Cesena, dove lui viveva già da qualche tempo. La città mi è piaciuta subito, è stato facile decidere di vivere qui e progettare il mio avvenire.

A proposito, quali sono i suoi programmi per il futuro?

Non ho particolari obiettivi, se non quello di continuare nella mia attività come sto facendo ora. Qui sto bene, conosco tutti e so che, con la mia piccola bottega, posso facilitare la vita delle persone che, altrimenti, sarebbero costrette a macinare decine di chilometri in auto per raggiungere il supermercato più vicino. Me lo dicono in tanti e la cosa mi riempie di soddisfazione.