È arrivato in Italia nel 2016, con un visto da studente universitario. A Cesena si è laureato, ha preso casa, messo su famiglia e avviato una ditta specializzata in autotrasporti e logistica. È una storia di coraggio e determinazione, quella del 27enne camerunense Duplex Seumo Kambou: per pagarsi gli studi lavora giorno e notte come cameriere, poi, dopo la nascita del figlio, si mette in testa di realizzare l’idea imprenditoriale che accarezzava fin da ragazzino. E ora vuole espandersi per poter aiutare altri ragazzi del suo Paese a costruirsi un futuro.

Seumo Kambou, di cosa si occupa?

Possiedo due piccoli furgoni, uno munito di frigo e l’altro semplice. Mi occupo dunque di consegnare merci (principalmente, prodotti alimentari) per conto di diverse aziende, sia in regione che nel resto d’Italia. Eseguo anche lavori di trasloco e facchinaggio e da qualche tempo, con il supporto della mia compagna Elvira, ho aggiunto un servizio di import-export con svariati Paesi africani.

In cosa consiste?

Importiamo dall’Africa frutta esotica (specialmente ananas, mango e avocado) e forniamo ai nostri clienti africani alcuni prodotti tipici italiani, come pasta, vini e liquori. Non solo: il nostro continente si trova attualmente in una fase di crescita tumultuosa e c’è un grande bisogno di materiale edilizio e strumenti per l’agricoltura. Negli ultimi tempi, ad esempio, riceviamo prevalentemente richieste di piastrelle.

È stato difficile avviare la sua attività?

Gli intoppi burocratici sono stati parecchi, ma non tali da scoraggiarmi. In Camerun ho gestito per qualche tempo una copisteria e mi sono convinto che, se avessi avuto abbastanza risparmi da investire in un buon progetto, sarei diventato imprenditore.

Quando ha deciso che era il momento giusto?

Mi sono laureato in Tecnologie alimentari a Cesena e, per mantenermi agli studi, lavoravo come cameriere in un ristorante di Diegaro. Ma nel 2019 è nato mio figlio, che ha mostrato da subito alcuni disturbi dello spettro autistico. Il lavoro da cameriere non bastava più per sostenere la famiglia: era necessario riprendere in mano l’idea che coltivavo da anni.

Quali sono i suoi prossimi obiettivi?

Ora in azienda siamo io e un altro ragazzo, ma le richieste stanno aumentando e vorrei acquistare un terzo furgone, in modo da coinvolgere altri giovani del mio Paese e spronarli a imparare un lavoro. Desidero assicurare un futuro sia al mio bambino, sia ad altri giovani migranti africani. Sono sincero: per me e la mia compagna non è sempre facile gestire la condizione di nostro figlio. Ma ciò che ad altri può sembrare una difficoltà, per me è uno stimolo a impegnarmi più che posso.