Forti oscillazioni per il comparto della produzione (meccanica, legno arredamento, chimica plastica e nautica), che conta in provincia di Forlì-Cesena circa 2.000 imprese. È lo scenario che disegna CNA Forlì-Cesena, in base al suo osservatorio e in seguito alla ripresa delle fiere di settore, di nuovo in presenza dopo la pandemia. Nel 2021 la ripresa a ritmi elevati dell’economia ha fatto segnare in provincia una produzione in espansione di oltre il 17%.  Hanno registrato le performance migliori meccanicamobile imbottito (meno il legno nel suo complesso) e filiera della nautica trainata da un mercato in forte espansione come quello dei grandi yachts.

Lo scenario si prospettava di grande crescita anche nel 2022, anche se non allo stesso livello del 2021, con un lieve ridimensionamento previsto nel biennio successivo. La primavera del 2022 ha segnato anche la vera ripartenza delle fiere in presenza. Nell’arco di meno un mese si sono svolte le principali fiere di questi settori quali “Il salone del mobile” di Milano e “MECSPE” a Bologna, che con 38.348 presenze professionali e oltre 2.000 espositori si conferma essere la principale fiera italiana dedicata alla manifattura e all’industria 4.0.  Nei corridoi della fiera si respirava un certo ottimismo e, seppur il numero dei visitatori sia stato inferiore rispetto alle precedenti edizioni, è opinione condivisa degli espositori che le presenze fossero qualificate. Opinione confermata da Nicola Nanni, presidente del mestiere Meccanica di CNA Produzione Forlì-Cesena, oltre che titolare della ditta Nanni Ottavio srl di Savignano sul Rubicone, presente in fiera.

 “La fiera è un evento sempre molto interessante per far conoscere i nostri servizi ed incontrare i nostri clienti, anche nuovi – afferma Nicola Nanni – è l’occasione per condividere esperienze con aziende espositrici anche migliori della nostra, da cui imparare. Abbiamo riscontrato molto interesse da parte dei visitatori e molte richieste d’offerta si sono già trasformate in ordini”.

Purtroppo, gli accadimenti geopolitici stanno minando questa prospettiva di crescita importante e mensilmente la stima del PIL nazionale viene rivista al ribasso. Le strozzature nelle catene di approvvigionamento stanno determinando squilibri tra domanda e offerta e di conseguenza incrementi significativi dei prezzi. I vincoli all’offerta di materie prime e semilavorati, uniti ai rallentamenti dei trasporti marittimi internazionali, hanno comportato forti incrementi nel prezzo delle importazioni, che si sono scaricati anche su quelli al consumo.

“L’oscillazione e l’imprevedibilità dell’andamento dei prezzi della materia prima e dell’energia (corrente elettrica e gas, strettamente correlati), rendono complicatissima e molto costosa anche la sola gestione dei listini, obbligando ad uno sforzo commerciale continuo per rinegoziare i prezzi, soprattutto se si hanno tanti clienti e se si offrono servizi differenti – commenta Nanni – Abbiamo già osservato una flessione degli ordinativi, ma ci aspettiamo un rallentamento ulteriore al rientro dalle ferie. L’aumento incontrollato e speculativo delle materie prime ha portato i clienti ad accaparrare più del dovuto, molti si ritrovano con magazzini pieni e in alcuni casi a non poter vendere perché non riescono a completare le macchine per la mancanza di componenti elettrici.”

Questo scenario impatta fortemente sulle imprese che, oltre a subire incrementi nei prezzi delle materie prime e dell’energia, vedono una situazione di mercato di estrema incertezza. Al momento i ritmi produttivi sono ancora sostenuti, ma si prevede un rallentamento dopo l’estate.