Il Dl “Taglia prezzi”, approvato lo scorso giovedì dal Senato, ha introdotto l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per poter operare nel mercato dei bonus edilizi ed ha così riportato nell’incertezza cittadini e imprese edificando nuove barriere burocratiche.

Per i lavori superiori a 516.000 €, nel periodo dal 01 Gennaio al 30 Giugno 2023 le imprese a cui vengono affidati i lavori edilizi anche se non ancora in possesso della certificazione SOA, tuttavia devono averne fatto richiesta, mentre dal 1° luglio 2023 le imprese medesime devono obbligatoriamente aver ottenuto la certificazione affinché il committente possa beneficiare del superbonus e, possa optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura in relazione a tutti gli interventi previsti dall’art. 121 del DL 34/2020.

“CNA, unitamente alla altre associazioni artigiane- afferma il presidente di CNA Costruzioni, Piergiovanni Balzani – ribadisce che questa non è la strada giusta né per contrastare il fenomeno delle frodi né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green”.
“Servirebbe piuttosto una legge, da tempo attesa dal settore – continua, Balzani – che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili senza imitare, senza ragione, negli appalti privati gli istituti tipici del settore pubblico”.
Auspichiamo un tempestivo e risoluto intervento del Governo, affinchè corregga questa evidente ed ingiustificata stortura.

“La qualificazione SOA – interviene il Presidente regionale di CNA Edilizia, Riccardo Roccati – non è la risposta per combattere le frodi nel mercato dei bonus edilizi e non rappresenta nemmeno la certificazione determinante per la qualità dei lavori eseguiti. Con l’introduzione di questa nuova norma il Governo ha commesso una grave discriminazione nei confronti delle imprese, serie ed affidabili, che da anni operano nel settore delle ristrutturazioni edilizie private”.