Limitazione improvvisa delle trasferte internazionali, crescita del digital mismatch, lievitazione dei costi e difficoltà di reperimento delle materie prime: gli ultimi due anni sono stati particolarmente sfidanti per l’intero comparto industriale italiano, con alcuni settori chiamati più di altri a far fronte alla compresenza di vecchie e nuove problematiche. Lo sa bene lElettrotecnica Zambelli Srl, impresa d’eccellenza nel settore dell’automazione industriale, che nella sede di Savignano sul Rubicone progetta e realizza impianti elettrici per macchine industriali destinati a clienti di tutto il mondo. Fondata nel 1984 e specializzatasi nel tempo nel settore alimentare (molini, pastifici, riserie e non solo), che rappresenta oggi il 75% del mercato di riferimento, l’azienda conta 31 dipendenti ai quali si aggiungono alcuni collaboratori esterni e ha numerosi clienti in Italia (60%) e all’estero ai quali fornisce soluzioni ad alta tecnologia in grado di automatizzare ogni fase della produzione industriale.

Fin da marzo 2020 l’arrivo della pandemia ha costretto Elettronica Zambelli Srl a dover ripensare alcune fasi di lavoro a causa soprattutto delle restrizioni riguardanti la mobilità internazionale. “Fortunatamente – raccontano dall’azienda – il Covid non ha portato a una riduzione del lavoro, ma ci ha costretto a una riprogrammazione di alcuni processi già rodati. In particolare, da un giorno all’altro non ci è più stato possibile recarci in molti Paesi per poter effettuare il collaudo diretto degli impianti in cantiere. Dove è stato possibile, ci siamo dovuti attrezzare per gestire questo passaggio delicato da remoto, trovando personale specializzato in Italia e all’estero in grado di agire su impianti sofisticati seguendo le nostre indicazioni”.

Il settore alimentare, inoltre, è stato sicuramente tra quelli chiamati a una “prova di forza” fin dalle prime settimane della pandemia. La necessità di continuare a produrre e di non fermare gli impianti ha portato diverse grandi aziende del settore, come i pastifici, a rinviare alcuni interventi di ammodernamento e manutenzione già programmati, posticipandoli al 2021 o addirittura al 2022. “La dilazione di alcuni lavori si è andata a sommare anche a tutti i nuovi interventi di aggiornamento degli impianti in ottica di Industria 4.0 – sottolineano dall’azienda – un passaggio, tra l’altro, che andava fatto da tempo e che ha permesso di recuperare un certo gap creatosi tra l’Italia e altri Paesi. Oggi tutta la produzione deve necessariamente passare attraverso sistemi, controlli e processi automatizzati se si vuole competere e crescere a livello internazionale”.

E’ proprio sul fronte delle nuove tecnologie che anche un’impresa all’avanguardia come Elettrotecnica Zambelli Srl deve fare i conti con uno dei problemi di più complessa risoluzione del nostro mercato del lavoro, vale a dire il digital mismatch: di fronte alla necessità di operatori con determinate competenze tecnologiche si registra una mancanza di profili adeguati. “I ragazzi escono dalle scuole con competenze basilari, non in linea con quanto richiesto nel mondo del lavoro – sottolineano dall’azienda – e a noi non resta che formarceli in casa, investendo tempo e risorse che potrebbero fruttare diversamente se potessimo contare su dipendenti già pronti o comunque predisposti a confrontarsi con tecnologie innovative”.  A rendere ulteriormente difficile la ricerca di personale da parte di Elettrotecnica Zambelli Srl è la scarsa disponibilità a viaggiare all’estero che si registra anche tra le nuove generazioni. “Una tendenza che era già presente prima del Covid – chiariscono dall’azienda – e che si scontra con la nostra necessità di avere figure di riferimento a disposizione dei nostri clienti presso i loro impianti al fine di assisterli nella manutenzione o nel collaudo. Inoltre registriamo picchi lavorativi a metà agosto e dicembre quando gli impianti produttivi si fermano, momenti questi in cui la disponibilità a restare in trasferta per settimane si riduce ulteriormente”.

Questi ultimi mesi hanno evidenziato anche un altro delicato problema sul fronte della produzione e costruzione di impiantistica e servizi: l’aumento consistente dei costi delle materie prime e, ancor di più, la difficoltà di reperimento delle stesse in tempi celeri e definiti. I tempi degli approvvigionamenti si sono allungati da uno standard di 20 giorni a 160/180 giorni lavorativi senza tra l’altro la certezza che la consegna venga rispettata. Questa situazione penalizza la programmazione dei lavori sia esecutivi che progettuali. La speranza per un 2022 su cui è ancora difficile fare previsioni è che si possa tornare il più velocemente possibile a una mobilità internazionale uguale o almeno simile a quella pre-Covid. “In questo modo – concludono dall’azienda – potremmo pianificare costruzioni, impianti e assistenza anche presso i cantieri esteri rimasti in sospeso”.