Aumenti del gasolio del 20% in un anno, un punto in più per il Gpl. Prezzo del metano addirittura raddoppiato, così come quello degli additivi (AD-Blue) necessari per il funzionamento dei motori diesel euro 6, quelli più attenti all’ambiente. Una spirale di aumenti che colpisce i maggiori utilizzatori di questa materia prima, in particolare gli autotrasportatori.

“È una situazione che si avvia velocemente verso l’insostenibilità – denuncia Paolo Andreini, presidente CNA Fita Forlì-Cesena – perché molte imprese del settore, in particolare le più piccole, iniziano ad essere alle prese con problemi di liquidità pesanti”.

“Parlare di problemi che mettono a rischio il funzionamento del sistema dei trasporti non è esagerato – ribadisce Andreini – ci saranno infatti molte imprese che si fermeranno, non perché manchi il lavoro, ma perché i viaggi non saranno più sostenibili: ogni viaggio infatti, con un costo del carburante così elevato, diventa una rimessa per l’autotrasportatore!”.

Si aggiunga il fatto che la carenza di autisti sta cominciando a diventare endemica, per un settore che fa delle risorse umane una ricchezza e che non può prescindere da autisti seri, competenti e in regola che guidino i mezzi.

Gli autotrasportatori hanno il dovere di aumentare le tariffe dei trasporti per calmierare, almeno parzialmente, l’aumento di questi costi. Il rischio evidente però sarà quello del dumping tariffario con gli autotrasportatori che provengono dell’estero che, a distanza di pochi giorni dalla vicenda Green Pass, hanno meno costi e quindi possono mettere sul piatto offerte più competitive, e non per colpa degli operatori italiani.

Una cosa ingiusta, secondo CNA Fita Forlì-Cesena, visto che questi costi sono determinati in modo importante dalle Accise, una tassazione, la più elevata in Europa, che grava sui carburanti. È ora di mettere mano a questa situazione, ormai anacronistica, che penalizza una categoria vitale per il sistema economico italiano e di rendere questa tassazione meno onerosa per le imprese.

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