Mezzo milione di tamponi rapidi eseguiti in quattro mesi attraverso i quali è stato possibile individuare 16.000 positivi asintomatici. Sono i numeri che da dicembre a marzo certificano il prezioso ruolo di contenimento del Covid-19 svolto dalle farmacie dell’Emilia Romagna, chiamate adesso a un ulteriore impegno nel contrasto alla pandemia attraverso un coinvolgimento ancora più diretto nella campagna vaccinale. Nei giorni scorsi, infatti, l’Assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini ha affermato di mirare ad avere il prima possibile “un gran numero di farmacie in cui ci si possa vaccinare”, ricordando come già oggi sia possibile prenotare le vaccinazioni nei punti CUP presenti in farmacia. A fare il punto su com’è cambiata negli ultimi mesi la Farmacia italiana con l’avvento della pandemia e su come si sia invertita la rotta in sanità rispetto ad alcuni orientamenti passati ci aiuta la dottoressa Monica Castellini, titolare della Farmacia San Francesco attiva a Cesena, in via Salvatore Quasimodo, da agosto 2017.

“Negli ultimi anni – spiega la dottoressa Castellini – l’indirizzo politico in sanità è stato quello di centralizzare i servizi per garantire un’ottimizzazione della spesa. Se questo orientamento ha permesso di raggiungere un efficientamento dei costi, con l’arrivo della pandemia ha creato problemi imprevisti nel momento in cui l’assembramento di persone ha evidenziato come alcune strutture fossero state sovraccaricate di servizi. Ora si sta facendo strada una ristrutturazione sanitaria nel segno di una maggiore capillarità dei servizi, si sta tornando a puntare sui presidi territoriali per offrire servizi dislocati ed evitare così le criticità della centralizzazione. In questa rinnovata ottica sono stati potenziati i ruoli dei medici di base, dei punti Asl territoriali e anche delle farmacie, che hanno accolto con grande favore questa svolta di una maggiore integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale”.

La possibilità di poter accedere a pochi passi da casa a un tampone validato da parte di un professionista è stata molto apprezzata dai cittadini, che hanno trovato operatori estremamente rigorosi nell’organizzazione degli spazi necessari, nell’accoglienza e nell’esecuzione del test. “Un altro aspetto molto importante di questa novità – sottolinea la dottoressa Castellini – è stato quello di aver potuto tracciare gli esiti dei tamponi, cosa che non hanno potuto fare altre strutture che non sono interfacciate con il progetto SOLE, la rete che collega medici, pediatri e farmacie con le strutture sanitarie e ospedaliere della Regione Emilia Romagna. Per le Asl ciò ha significato la possibilità di monitorare in tempo reale l’andamento della pandemia e intervenire tempestivamente sui contatti più prossimi dei pazienti risultati positivi, contrastando così l’elevata diffusività del virus”.

Il grande sforzo organizzativo richiesto per poter offrire in tempi rapidissimi i tamponi sierologici all’interno dei propri spazi è stato accolto positivamente dalle farmacie italiane, nonostante alcune criticità legate proprio alla tempistica imposta dalla situazione emergenziale. “La Farmacia italiana ha dovuto ristrutturarsi per garantire prestazioni che non erano state preventivate – afferma la dottoressa Castellini – ma lo ha fatto con grande dedizione perché tra le sue finalità c’è quella di interagire sempre più con il Servizio Sanitario Nazionale, in un’ottica di gioco di squadra, per offrire servizi ai cittadini in modo coordinato anche a livello di prevenzione ed educazione sanitaria. L’unico aspetto che spaventa un po’ è la velocità con cui questo cambiamento si è reso necessario”.

Se da alcuni anni a livello nazionale si stava lavorando per l’avvento della “Farmacia dei servizi”, la pandemia l’ha fatta diventare una realtà effettiva in modo quasi “violento”. Ora con la chiamata alla somministrazione diretta dei vaccini in farmacia, per cui è ancora prematuro indicare una data di inizio (inizialmente si era ipotizzato settembre, ma dopo l’annuncio dell’arrivo di una grossa dose di vaccini Johnson & Johnson si stanno cercando di anticipare i tempi) i nodi da sciogliere sono due: la ristrutturazione e la formazione. “Occorre strutturarsi per fornire il servizio nel modo migliore possibile – precisa la dottoressa Castellini – e formarsi in modo adeguato. Sono molti i colleghi che hanno partecipato via web al corso “Il farmacista vaccinatore” organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, ma ancora manca la certificazione della parte pratica. Le varie associazioni provinciali e regionale di Federfarma sono in grosso fermento per coordinare i vari passi necessari a mettere in campo una campagna vaccinale in farmacia”.

Altri problemi con cui fare i conti sono l’approvvigionamento delle dosi necessarie a livello nazionale e le perplessità manifestate da una parte dei cittadini sui possibili effetti collaterali, acuite dalla temporanea sospensione del vaccino AstraZeneca. “Occorre riconoscere – chiarisce la dottoressa Castellini – che la necessità di una rapida immissione in commercio dei vaccini ha ridotto sensibilmente i tempi canonici delle fasi di sperimentazione e non ci permette di avere oggi molti dati a disposizione. D’altra parte, nonostante queste criticità, al momento il vaccino è l’unica arma a nostra disposizione contro la pandemia. Dopo la sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca molti nostri clienti si sono spaventati, alcuni hanno annullato la prenotazione, altri sono venuti per chiedere maggiori informazioni. Purtroppo la scienza ha i suoi tempi e prima di poter ricondurre o meno determinati effetti ai vaccini occorre effettuare studi e osservazioni. L’emergenza che ci ha imposto la pandemia da un anno a questa parte ci può far dimenticare questo aspetto, che tuttavia non possiamo cambiare”.

L’apertura della Farmacia San Francesco nel 2017 ha determinato, oltre a un nuovo progetto d’impresa, anche un trasferimento in una nuova realtà per la dottoressa Castellini. “Prima ero direttore di una farmacia comunale in un piccolo paese dell’Umbria, Cannara. Arrivando in Romagna ho avuto modo di conoscere un nuovo modo di fare impresa, sono rimasta colpita favorevolmente dal grande impegno che questa regione mette nel proprio lavoro e nel far crescere le proprie aziende, nel progredire, nel facilitare chi merita e ha voglia di fare. Ho trovato un tessuto sano e professionalità nei servizi, la Romagna si è dimostrata una terra di grande opportunità”.