Forlì, 23 febbraio, ore 17. In via Pelacano, al terzo piano della sede di CNA Forlì-Cesena, le finestre sono illuminate. A quell’ora, per di più di domenica, solitamente gli uffici sono chiusi, ma non è una domenica qualunque. È la domenica in cui tutto sta per cambiare, esattamente un anno fa.

All’indomani della scoperta dei primi casi ufficiali di Covid-19 in Italia, Giuseppe Conte ha appena firmato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), il primo di una lunga serie, che mette in quarantena oltre 50mila persone residenti in undici Comuni del nord Italia. Chiusura delle scuole e dei luoghi cultuali, sospensione di tutti gli eventi, serrande abbassate per i negozi: sono misure straordinarie che solo due settimane più tardi verranno estese a tutta Italia, ma in quel momento appaiono ai più come qualcosa di decisamente lontano dalla propria quotidianità.

Non è così per otto persone che, convocate d’urgenza dal direttore generale in accordo con il presidente, si sono sedute attorno a un tavolo per fare il punto della situazione e stabilire le prime misure organizzative straordinarie che permetteranno all’associazione di governare con efficacia l’incredibile ondata di eventi, leggi, ordinanze, cambiamenti e restrizioni che si susseguiranno una dopo l’altra nelle settimane e nei mesi successivi. Nasce così l’Unità di crisi Covid-19, un gruppo di coordinamento tra le varie funzioni aziendali pensato per garantire maggior esaustività all’analisi delle problematiche correlate alla pandemia, presidiare e coordinare le attività di monitoraggio delle continue evoluzioni normative e l’attuazione dei conseguenti e necessari interventi organizzativi, promuovere la corretta comunicazione verso associati e collaboratori, valutare nel continuo l’evoluzione dei rischi correlati allo sviluppo degli eventi. Alle 19.50 di quella domenica, parte la prima email con comunicazioni organizzative per i collaboratori.

Il ricordo di quel giorno è nitido- racconta il direttore generale Franco Napolitano – solo quattro giorni prima, il 19 febbraio, ci eravamo riuniti in plenaria con tutti i collaboratori alla Fiera di Cesena per fare il punto sull’anno passato e condividere le traiettorie per il 2020. Anche se c’erano alcune preoccupazioni, nulla lasciava presagire che di lì a poche ore ci saremmo trovati a dover affrontare una situazione così delicata e complessa, non correlata ad alcun vissuto pregresso e quindi ricca di incognite. C’era incredulità, ma allo stesso tempo la percezione di non dover perdere tempo nonostante non avessimo esperienze passate che potessero guidarci su cosa fare e come farlo. Abbiamo vissuto giorni e settimane molto provanti anche dal punto di vista emotivo, ma che hanno dimostrato il grandissimo senso di responsabilità e appartenenza di dipendenti, collaboratori e imprese.

L’azione dell’Unità di crisi

Fin dal suo insediamento, riunendosi quotidianamente, l’Unità di crisi ha analizzato e stabilito quale fosse la migliore modalità organizzativa per gestire la situazione reale in continua evoluzione e garantire un supporto efficace e puntuale alle imprese associate. Prevedendo, correttamente, che l’emergenza sarebbe stata di lunga durata e di ampio spettro per quanto riguarda i temi e i servizi coinvolti, è stata presa la decisione di coinvolgere tutti i 300 collaboratori sulle questioni salienti, in modo da poter espandere in maniera esponenziale il potenziale di risposta alle imprese. A tal fine, durante la fase 1, è stato diffuso un bollettino quotidiano di informazione, inviato ogni giorno alle ore 12 e integrato al bisogno da ulteriori comunicazioni di taglio generale o specialistico. Per l’intera durata dell’emergenza è stata prestata massima attenzione a mantenere una comunicazione aggiornata e puntuale nei confronti delle imprese e dei professionisti associati attraverso telefonate dirette, newsletter informative, l’aggiornamento costante del nuovo sito internet e dei propri social network, l’invio di sms e la realizzazione di webinar di interesse collettivo o mirati a settori specifici.  I principali temi sui quali l’Unità di crisi è stata chiamata a intervenire sono stati il costante aggiornamento normativo a livello nazionale e regionale, la sicurezza sui luoghi di lavoro nelle proprie sedi e in quelle delle imprese associate, la nuova organizzazione aziendale, la comunicazione interna e alle imprese, il potenziamento dei sistemi ICT e il coordinamento delle relazioni di sistema.

Una mole di lavoro straordinaria

Grazie alla collaborazione di tutte le funzioni aziendali le 70 leggi nazionali, le 50 ordinanze regionali e i 30 protocolli di sicurezza emanati nel corso dell’anno sono portati a conoscenza di tutti gli associati in modo tempestivo e chiaro attraverso 360 newsletter e 60 bollettini quotidiani, attraverso i quali CNA Forlì-Cesena ha contribuito a diffondere un atteggiamento equilibrato e un senso di responsabilità tra i propri associati e collaboratori cercando di dare certezze a imprese e cittadini in momenti di confusione e smarrimento e contrastando la diffusione di fake news. Mentre è stata intensificata l’attività di confronto con le amministrazioni locali, la Regione e il Governo, parimenti non è venuto meno l’impegno nella lotta all’abusivismo, divenuta ancora più importante per la tutela della salute di tutti. Alle donazioni in denaro e mascherine a sostegno degli ospedali Pierantoni e Bufalini nei mesi del lockdown si è aggiunta la disponibilità a fare formazione gratuita sui protocolli di sicurezza agli operatori di Polizia Municipale.

Un’evoluzione naturale

Il nuovo scenario venutosi a creare, le inedite istanze provenienti dal mondo imprenditoriale, l’approfondimento delle dinamiche economiche e sociali emergenti e le singole azioni messe in campo per aiutare tutti gli associati a fronteggiare la pandemia hanno portato il sistema CNA Forlì-Cesena a ripensarsi completamente, sia per quanto riguarda i servizi erogati che il proprio ruolo di rappresentanza, evoluto da fornitore di servizi a creatore di soluzioni in un contesto più fragile e in rapida trasformazione, dove la solidità e al contempo la flessibilità dimostrate sono state riconosciute e apprezzate dalle imprese e dai professionisti associati.

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