Il prossimo 5 marzo dovrebbe essere la data della riapertura delle palestre e piscine almeno dalle ultime informazioni che trapelano dalle stanze ministeriali.

Il Comitato Tecnico Scientifico ha individuato quelli che sono i criteri e le prescrizioni da applicare per una riapertura improntata al principio di massima cautela. Molti di questi ricalcano quelli già applicati fino al 25 ottobre scorso, data di chiusura delle strutture: obbligo di mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio (comunque non inferiore a 2 metri), di effettuare la pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo dopo ogni utilizzo da parte dell’utente con opportuno prodotto igienizzante, non utilizzo delle docce ecc.

In Italia il settore palestre conta 1 milione di addetti ai lavori, mentre 20 milioni sono i cittadini che frequentavano i centri. Ora, dopo la seconda chiusura, bisognerà ripartire praticamente da zero. Tutte queste attività sono un importante presidio per il benessere, la prevenzione e la socialità da salvaguardare e valorizzare per il ruolo che hanno nel tessuto sociale anche nel nostro territorio.

Da una indagine ulteriore le imprese hanno confermato che i ristori previsti a livello nazionale ed anche nella nostra regione non sono sufficienti: nel 2020 segnalano perdite di fatturato dal 60% all’85% rispetto all’anno precedente, i costi fissi di utenze ed affitti continuano a gravare sulle aziende chiuse, inoltre palestre e piscine dovranno restituire le quote di abbonamento non usufruite dai clienti. Va sottolineato anche che gli iscritti abituali all’attività sportiva potrebbero non tornare dopo un così lungo periodo di inattività e il titolare si troverebbe a dover iniziare da capo, avendo perso la maggior parte dei clienti fidelizzati.

Le imprese, i centri sportivi, le associazioni sportive non possono più vivere in questa incertezza: è il momento di programmare la ripartenza, nel pieno rispetto delle norme anti-pandemiche, gestendo con cura e attenzione le misure di precauzione necessarie. Ma per ripartire occorre andare anche oltre: palestre, piscine pubbliche e private e centri sportivi sono realtà imprenditoriali, spesso di piccole dimensioni, di vitale importanza per la comunità e meritano sostegni diretti ed indiretti.

I ristori, già previsti anche da molti Comuni della nostra zona, non saranno sufficienti: questa pandemia colpisce e colpirà duramente, oltre che la salute, anche la capacità di spesa delle famiglie e per questo è necessario pensare fin d’ora a misure che rilancino la domanda, a voucher che possano mitigare il costo per l’accesso ai vari impianti, alle palestre e alle tante attività e professionalità connesse per sostenerne la ripartenza, nell’interesse di tutta la collettività.  Servono, inoltre, politiche straordinarie che allarghino le maglie della detraibilità fiscale, non solo parziale e per i minori, ma più estensiva, almeno per un periodo limitato queste le proposte che CNA ha avanzato.