L’inizio del nuovo anno ha portato con sé una novità: dal 6 Gennaio 2021 WhatsApp ha informato tutti i suoi utenti dell’imminente rinnovo dei termini di servizio e della privacy policy, tutti gli utilizzatori dovranno decidere se accettare o meno le novità proposte entro il 15 Maggio.

Ma che cosa andremo ad accettare realmente? Nella nuova informativa sulla Privacy non troveremo più il paragrafo che afferma che “gli utenti possono scegliere di non condividere le informazioni del proprio account WhatsApp con Facebook per migliorare le proprie esperienze con le inserzioni e i prodotti di Facebook”, in poche parole ci sarà una condivisione di dati con tutte le società facenti parte del gruppo Facebook.

Whatsapp ha cercato di chiarire la situazione pubblicando un comunicato su Twitter in cui spiega che il nuovo aggiornamento non andrà a ledere la Privacy per ciò che riguarda i messaggi scambiati con amici e familiari, nonostante ciò nel giro di 3 giorni si è scatenata una migrazione di massa verso altre piattaforme concorrenti (Telegram, Signal…).

È stato ribadito come questi rinnovi non vengano applicati in Europa e Regno Unito, infatti per noi nulla cambierà, grazie, in primis, al GDPR (Regolamento Europeo per la protezione dei dati entrato in vigore nel 2018) che assume le nostre difese: per poter trattare dei dati per profilazione o per marketing, si deve necessariamente chiedere un consenso specifico per ogni trattamento e l’utente deve essere libero di poterlo concedere o negare.

Di tutto questo non c’è riscontro nella nuova informativa diffusa da WhatsApp.

Il Garante privacy è intervenuto sulla questione, appellandosi all’EDPB (comitato europeo per la protezione dati), affinché intervenga in modo ufficiale su questa questione sottolineando come, il messaggio trasmesso da WhatsApp sia poco chiaro e non permetta agli utenti di manifestare una volontà libera e consapevole in ordine ai trattamenti dei dati nuovi che verranno realizzati.

WhatsApp ha chiarito che le nostre conversazioni continueranno a rimanere protette grazie alla crittografia end to end, ciò significa che le chiavi che potrebbero essere utilizzate per poter decifrare il messaggio scambiato sono in possesso soltanto dei due soggetti che stanno utilizzando WhatsApp e, quindi, il fornitore di servizi (in questo caso WhatsApp) sarà solo un tramite per la consegna del messaggio.

In parte diversa risulta invece la situazione di WhatsApp Business (piattaforma che viene utilizzata da account aziendali): in questo caso, infatti, le modifiche sarebbero ben più rilevanti (ma già note agli utilizzatori) e non solo verrebbe data la possibilità alle aziende di archiviare e salvare le conversazioni avute con i clienti, ma anche di utilizzarle successivamente per scopi commerciali.

In conclusione, da questa vicenda emerge con forza un dato estremamente positivo, ovvero la tenuta del Regolamento Europeo in materia di protezione dei dati: il GDPR si dimostra infatti uno strumento prezioso ed efficace di fronte a politiche poco chiare e potenzialmente dannose per la nostra privacy. L’importanza che negli utili tempi ha assunto la regolamentazione in materia di trattamento dei dati personali e sicurezza informatica è ormai sotto gli occhi di tutti ed è quindi imprescindibile per un’azienda che voglia competere sul mercato adeguarsi al GDPR e avere una solida e ben definita politica in materia di privacy e data protection.

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