La scarpa più bizzarra che abbiamo dovuto riparare? Era di un clown, davvero gigantesca! Mentre ricordo ancora l’emozione che provammo nel 1996 trovandoci tra le mani quelle di Marcello Mastroianni, impegnato al Teatro Bonci in uno dei suoi ultimi spettacoli. Continuava a scivolare sul palco e il suo factotum ce le portò per farle risuolare d’urgenza.

Ad aprire la borsa dei ricordi di Talons Bar, rinomata calzoleria di Cesena che nel 2021 festeggia i primi trent’anni dell’attuale gestione, è Roberto Giorgini. Insieme ai soci Gianluca Giorgini e Gianluca Alessandri ha scelto di diventare un artigiano da giovanissimo. “Finite le scuole medie siamo andati tutti e tre a bottega dal vecchio calzolaio di via Fratelli Bandiera, che ci ha insegnato il mestiere. Già allora l’attività si chiamava così, in francese vuol dire il ‘bar dei tacchi’. Era il nome della bottega in cui il vecchio titolare aveva lavorato per sei anni in Lussemburgo e che aveva mantenuto tornando in Italia nel 1966. Siamo sempre stati conosciuti con questo nome, così quando nel 1991 abbiamo rilevato l’attività abbiamo deciso di non cambiarlo”.

Maurizio Ferrini, Roberto Benigni e Marcello Lippi sono solo alcuni degli altri clienti memorabili che nel corso degli ultimi trent’anni hanno varcato la porta di Talons Bar – dal 2005 trasferitosi in via Ciro Menotti 36 – con in mano un paio di scarpe da riparare. Ma nel corso del tempo il mestiere del calzolaio si è dovuto evolvere per soddisfare nuovi bisogni e mode, così alla semplice riparazione di calzature e pelletteria si sono aggiunti altri servizi che vanno ben oltre la tradizionale immagine, velata da un romanticismo nostalgico, del vecchio artigiano seduto dietro a un banchetto con in mano un pugno di chiodi, un vaso di colla e un pezzo di cuoio.

“Oggi lavoriamo molto sulla customizzazione delle snickers – racconta Giorgini – e con le applicazioni di vario genere, dai tessuti glitterati alle borchie. Una volta il nostro lavoro era per lo più fare sopratacchi, mezze suoline di gomma alle scarpe di cuoio e altri interventi del genere, ma da diversi anni le persone indossano prevalentemente scarpe da ginnastica o con fondi di gomma. Abbiamo dovuto rivedere il nostro modo di lavorare facendo ricerca sui materiali tramite il computer. Oggi possiamo riparare anche i fondi bucati delle snickers, che non devono essere buttate via quando si danneggiano”.

Tra i clienti di Talons Bar la parte del leone la fanno le donne, tradizionalmente più attente alla moda e con una propensione all’acquisto di calzature maggiore rispetto agli uomini. “Alcune clienti – sottolineano gli artigiani di Talons Bar – ci portano le scarpe nuove appena comprate chiedendoci interventi migliorativi dal punto di vista estetico o mirati a un maggiore comfort del piede, come l’introduzione di un salvasuola”.

Da un anno a questa parte la pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova l’attività dei calzolai, che fin dal primo momento non si sono dati per vinti cercando di coniugare intraprendenza imprenditoriale e solidarietà. “Il primo lockdown ci ha costretti alla chiusura fino ai primi di maggio – ricorda Giorgini – ma dopo solo una settimana abbiamo ottenuto dalla Prefettura il permesso di produrre mascherine doppie in tessuto lavabile che in parte abbiamo donato in beneficenza alla Protezione Civile e a un centro casa famiglia di Cesena e in parte abbiamo consegnato a domicilio ai nostri clienti. Dopo la ripresa del lavoro il secondo lockdown di fine anno ci ha causato un calo di fatturato di oltre il 40%, i Dpcm che hanno impedito la normale circolazione delle persone hanno di fatto svuotato il centro storico e di conseguenza abbiamo lavorato meno. Anche il piccolo angolo del nostro negozio che abbiamo adibito al commercio con solette, cinture e altri articoli, è rimasto fermo mentre gli scorsi anni riceveva molta attenzione soprattutto in vista delle festività natalizie. Per chi come noi ha mutui e spese fisse il momento è impegnativo e il rinvio delle scadenze fiscali di fatto non è sufficiente a risolvere questa situazione”.

In attesa di un ritorno alla normalità la volontà di pensare positivo rimane.

Crediamo che non appena si potrà tornare a circolare liberamente le persone avranno voglia di recuperare il tempo perduto, di uscire a divertirsi al ristorante, ma anche di comprarsi un paio di scarpe nuove o di riparare quel paio di calzature rimaste per mesi in disparte solo perché siamo stati costretti a rimanere a casa per tanto tempo.