A settembre ho assunto altre due persone. La mia commercialista mi ha detto: tu sei pazza, ma la tua follia ci piace.

Ascoltando Benedetta Marchi, fotografa professionista e foodblogger con una laurea in Architettura in tasca, o meglio dire sulla tavola, è difficile non lasciarsi contagiare dal suo ottimismo. Con i piedi ben piantati per terra e gli occhi rivolti al futuro, a soli trentadue anni è a capo di un’agenzia fotografica di Milano che lavora per grandi aziende e multinazionali del settore food e mentre la sua città d’adozione è colpita duramente dalla seconda ondata della pandemia lei scommette ancora più forte sul suo progetto lavorativo e di vita, che entro la fine del 2020 vedrà importanti novità.

Per capire da dove nasce tanta caparbietà e talento occorre partire dal piccolo Comune di Tredozio e da una bambina che fin dai primi anni di vita dimostra di avere le idee chiare e un grande amore per l’arte.

Da piccola – racconta Benedetta – quando dicevo a mio padre che avrei fatto l’artista, lui mi rispondeva che l’artista non esiste. Mia nonna, dal canto suo, mi ammoniva dicendo che sarei finita a vivere sotto un ponte. Mentre l’aspirazione di madre era vedermi insegnante in una scuola pubblica, così avrei avuto la maternità e le ferie pagate. Alla fine è andata diversamente, era destino, perché io amo navigare le onde.

Quando parla del suo lavoro, tuttavia, Benedetta non si definisce un’artista, ma una professionista.

C’è una bella differenza – sottolinea – perché i miei clienti hanno bisogno di una fotografa che sappia garantire una qualità elevata e il rispetto dei tempi, che riesca ad arrivare a uno scatto efficace e mai banale, curato nei minimi dettagli. A volte rimango per ore su un piccolo particolare, non improvviso nulla. Entrano in gioco tante competenze ed esperienze, il mio lavoro diventa anche educativo nei confronti dei miei clienti, si crea un rapporto di fiducia profondo che è alla base di una fidelizzazione forte e di una soddisfazione reciproca.

Interrogata su come abbia fatto ad arrivare a lavorare con clienti così importanti in così poco tempo e in un settore molto competitivo, Benedetta risponde di essersi trovata nel posto giusto al momento giusto e che tutto è nato abbastanza per caso.

Durante gli anni dell’università, quando mi sono trasferita a Cesena e a Faenza, mio padre mi portava spesso la frutta e la verdura del nostro orto. Io invitavo gente a casa e cucinavo, inviavo via mail le ricette alle amiche e con il passare del tempo ho creato un piccolo blog. Una prima svolta è arrivata nel 2006, quando una persona mi ha mostrato che ogni giorno più di 2700 persone leggevano quello che scrivevo. Insomma, non si trattava più delle dieci amiche per cui avevo iniziato! Mentre finivo gli studi ho cominciato a frequentare tanti corsi: cucina con gli scarti, con le erbe spontanee, vegana… Allo stesso tempo ho iniziato a visitare le aziende e a prendere informazioni sulla filiere produttive: mi sentivo responsabile di ciò che scrivevo e volevo farlo al meglio delle mie possibilità. La scelta della fotografia come linguaggio espressivo è stata naturale, perché avevo bisogno di un mezzo immediato. Un giorno un’azienda importante mi ha chiamato proponendomi di lavorare per loro. Come? Io? Superati i dubbi iniziali, mi sono data da fare nel week-end e durante l’estate.

Nel 2012 arrivano la laurea in Architettura e un bivio davanti al quale prendere una decisione importante.

Le prospettive non erano allettanti – ricorda Benedetta – e la mia creatività rischiava di essere schiacciata dalle inevitabili incombenze burocratiche che spettano a chi inizia quella professione. Così sono andata a Milano, ho conosciuto una fotografa di food e una food stylist, ho avuto le prime collaborazioni. Da lì a poco è arrivato un lavoro vero in uno studio fotografico, a cui è seguita la scelta della libera professione, prima con una socia e poi da sola ma con l’aiuto prezioso di quattro ragazze che lavorano per me. Anche se sono il “capo”, siamo tutte alla pari; in passato ho dovuto sputare sangue per arrivare fin qui, non ho intenzione di far vivere loro alcune esperienze negative da cui sono passata, preferisco farle crescere in un ambiente positivo e stimolante.

Gli studi di Architettura ritornano nel lavoro di fotografa nel segno della sostenibilità e delle relazioni tra gli elementi.

La sostenibilità – rivela Benedetta – ha sempre fatto parte di tutti i campi della mia vita, dall’architettura all’alimentazione, dalla mobilità all’abbigliamento. Sono nata in campagna dove mia mamma raccoglieva anche l’acqua della doccia… In più la scelta di fotografare il cibo, oltre che per la laicità del contenuto – tutti mangiamo, quindi posso trasmettere un’emozione che arriva a ciascuno – deriva dal fatto che costruire un piatto in grado di resistere sotto i fari per più di sei ore richiede una profonda conoscenza degli ingredienti e della chimica che è alla base della loro relazione. Ci sono analogie tra il legame che unisce la farina e la gelatina con quello presente tra il legno e il cemento. Le competenze in tema di composizione e progettazione che ho appreso studiando Architettura le ho traslate nel settore del food, è stato un passaggio senza forzature.

Durante il lockdown di marzo e aprile e nei mesi successivi, nonostante le restrizioni e gli inevitabili cambiamenti di programma, Benedetta non si è data per vinta e oltre ad assumere due nuove persone ha continuato a sviluppare il proprio progetto imprenditoriale.

Fino a pochi anni fa vivevo e lavoravo in una stanza di sedici metri quadrati – puntualizza – ma con costanza e serietà sono riuscita a dar vita a una realtà solida senza poter contare su alcun paracadute, ma progettando tutto e riuscendo a giocare d’anticipo. Il segreto è proprio lì, riuscire a guardare al di là della situazione attuale e muoversi per tempo per arrivare dove si è deciso di andare. I rischi sono parte del percorso ed è normale prenderli, piuttosto che remare indietro scelgo sempre di creare nuove situazioni aprendomi con fiducia a ciò che possono portare.

Una tale positività è il frutto anche di un percorso di crescita personale che ha portato Benedetta a diventare una spiritual coach, una parte importante di sé che troverà spazio anche nei prossimi sviluppi del suo percorso imprenditoriale.

Entro la fine dell’anno – anticipa – la mia attività si amplierà con una sezione più scalabile che andrà a implementare i servizi fotografici e i contenuti testuali specializzati che già offriamo. A breve sarà online il nuovo sito www.blessedbrands.com, che si aggiungerà al blog www.fashionflavors.it. Per ora non anticipo altro e a chi è incuriosito do appuntamento online”.

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