CNA Federmoda si schiera a favore dell’artigianato e delle piccole imprese made in Italy. Una delle maggiori rappresentanze di settore moda del paese ha infatti chiesto al governo attenzione per il comparto fashion e agevolazioni economiche per salvaguardare l’intera filiera produttiva e distributiva. Pena un collasso generale del sistema nel 2021.

È evidente che le nuove restrizioni per l’attività del retail comporterà un’ulteriore mannaia sul settore moda italiano. Dalle analisi di CNA Federmoda emerge come, rileviamo come a livello mondiale gli acquisti moda abbiano già visto una riduzione del 50%Questa seconda ondata determinerà un ulteriore danno per la stagione autunno-inverno 2020/21 pari a 50% – 70% di calo di fatturato le imprese scontano una situazione che vedono ormai da diversi mesi la mancanza di possibilità di presentare le proprie collezioni in maniera reale con fiere in presenza. Quanto si sta facendo sul digitale è evidente che non sta colmando i vuoti creatisi. Consapevoli della situazione di pandemia globale e di dover mettere in primo piano le ragioni di sicurezza, ma dobbiamo anche creare le condizioni per supportare i prodotti moda Made in Italy.

Per questo, CNA Federmoda ha deciso di chiamare il Governo e tutti i Ministri competenti ad un tavolo di confronto specifico per il comparto Moda, dove adottare diverse strategie di azione per preservare il settore, a partire da una moratoria finanziaria e contributiva per 18 mesi e l’adozione degli ammortizzatori sociali per tutto il 2021 fino ad arrivare alla concessione di aiuti a fondo perduto in base alle perdite subite a causa dell’emergenza, alle agevolazioni fiscali sull’acquisto di prodotti Made in Italy nel nostro Paese e ai sostegni per facilitare la crescita delle imprese attraverso patti di filiera e aggregazioni, alla flessibilità nell’utilizzo dei contratti a termine con importanti tagli contributivi per chi stabilizza e forma il personale in azienda.

La richiesta di aiuto, a firma del presidente nazionale CNA Federmoda, Marco Landi e del responsabile nazionale Antonio Franceschini, è stata inviata tramite una lettera al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al ministro dell’economia e finanze Roberto Gualtieri, al ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, al ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo.

La situazione è gravissima. Pur condividendo la linea governativa volta a frenare l’espandersi della pandemia, è evidente che con la chiusura dei centri commerciali nei weekend in tutta Italia i consumatori sono spinti sempre di più verso l’acquisto online, decretando progressivamente la morte del commercio fisico.

Nella provincia di Forlì-Cesena, dove nel Rubicone esiste un distretto produttivo di valore internazionale, dedicato alla produzione di calzature femminili di lusso, la situazione è aggravata dai lockdown che si sono susseguiti in tutto il mondo, con la chiusura prolungata di mercati importanti come gli Stati Uniti, gli altri Paesi europei, molti Paesi in Asia. Non è chiaro quanto sarà lunga la crisi, anche dopo che la pandemia sarà conclusa.

CNA, insieme alle altre rappresentanze, presso il Tavolo di Distretto del Rubicone, ha scritto alla Regione, non solo per evidenziare le difficoltà del distretto, ma per chiedere interventi immediati, in grado di consentire alle imprese di preservare la propria forza lavoro, abbattendo i costi del lavoro stesso in integrazione agli ammortizzatori sociali, attraverso un vero e proprio patto delle imprese. Quel che è in gioco è la tenuta di un sistema produttivo di pregio per il nostro territorio, che è cresciuto nel tempo attorno a competenze preziose e mirate. Un patrimonio di conoscenze che, se dovesse andare disperso, non si potrebbe più recuperare.