A quasi sei mesi dalle riaperture post lockdown la situazione del tessuto produttivo nei comuni dell’Unione Valle Savio è particolarmente articolata e non permette di sbilanciarsi in previsioni generali sul medio periodo.

La fotografia dell’esistente certifica condizioni diverse settore per settore e anche all’interno degli stessi ambiti non è sempre individuabile una tendenza netta.

Il divieto di licenziamento dei lavoratori impedisce di valutare il dato occupazionale in maniera completa. Dalla ripresa, il ricorso alla cassa integrazione si è ridotto di oltre il 60% e le aziende che ne fanno ancora uso la utilizzano ad intermittenza e in pochissimi casi a zero ore; comunque i dati sulle assunzioni, sulle conferme dei contratti a termine non consentono di configurare ipotesi di ripresa. Lo stesso dicasi per l’apertura di nuove attività.

In questi mesi abbiamo assistito ad un susseguirsi di interventi pubblici a sostegno delle attività imprenditoriali da parte di tutte le Amministrazioni locali che hanno spesso dato fondo alle proprie riserve. Queste misure hanno dato respiro e voglia di resistere a tanti piccoli imprenditori costretti ad una battaglia quotidiana per restare a galla.

Il rischio che corriamo è che con il passare del tempo la sensibilità verso questo tipo di problema venga meno e con essa vengano cancellate o ridotte queste misure.

È un rischio che non possiamo correre. Purtroppo non siamo fuori dal periodo di emergenza. Lo dimostrano i crescenti contagi nazionali, gli andamenti preoccupanti negli altri stati e tutti i dati economici in continuo ribasso.

Questo non ci consente di abbassare la guardia, togliendo sostengo e aiuto al mondo delle imprese. Certo possiamo pensare di razionalizzare gli interventi evitando aiuti a pioggia e ponendo paletti relativi al calo del fatturato e al settore ma non è sostenibile pensare che tutto sia passato e tornare ad un regime di pseudo normalità. Il problema in questo momento è aiutare a traghettare quante più imprese possibili fuori dall’emergenza.

Per questo motivo CNA chiede all’Amministrazioni dell’Unione Valle Savio di mantenere inalterato il livello di aiuto concesso alle imprese per tutta la durata del periodo di emergenza; garantire il massimo efficientamento degli uffici comunali in previsione del massiccio accesso agli stessi per le pratiche del superbonus 110%; perorare un’azione nei confronti di Hera per la riduzione delle tariffe del servizio TARI a fronte di una forte riduzione del conferimento dei rifiuti da parte delle imprese; l’attuazione di tutte le procedure che consentano un effettivo ed immediato accesso delle imprese locali alle risorse dei bandi pubblici.

 

Sandro Siboni
Presidente CNA Cesena Val Savio