Doccia fredda per le imprese che hanno presentato domanda per il credito d’imposta per sanificazione e DPI: altro che 60%, il credito d’imposta effettivo sarà pari al 9% della spesa! Oltre al danno, come si dice, anche la beffa. Dopo aver sostenuto costi importanti per sanificazione e acquisto DPI per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ora le imprese vedono drasticamente ridotto il supporto promesso dallo Stato.

È dei giorni scorsi la notizia che, alla fine dei conti, il credito d’imposta per le spese di sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (ad esempio le mascherine) sarà pari a circa il 9% della spesa sostenuta.
Peccato che il Decreto Rilancio, che aveva istituito tale credito d’imposta (art. 125), avesse fissato nel 60% delle spese sostenute il suo ammontare, con un ristoro quindi molto più significativo per le imprese! Cosa è successo? Un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 luglio ha poi chiarito che l’aliquota sarebbe stata parametrata al limite di spesa di 200 milioni fissato dallo stesso decreto, ossia tenendo in considerazione l’effettivo ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti.

I termini per far pervenire all’Agenzia delle Entrate la comunicazione dell’ammontare delle spese sostenute per sanificazione e per l’acquisto di DPI si chiudevano lo scorso 7 settembre. Successivamente, si è provveduto ad eseguire il calcolo matematico: 200 milioni di euro disponibili per importi richiesti pari a 1.278.578.142 euro. Risultato? Il credito d’imposta effettivo è del 15,6% del credito richiesto. Che, calcolato sul 60%, porta a un rimborso di circa il 9% delle spese sostenute.
Per fare un esempio concreto, se le spese sostenute dal contribuente e per le quali veniva richiesto il credito d’imposta, fossero state pari a 10.000 euro, oggi il calcolo sarebbe il seguente: prima di tutto va calcolato il 60% di 10.000 euro, ossia 6.000 euro; quindi, su tale cifra va calcolato il 15,6%, ossia 938,5 euro. Di fatto, facendo una semplice proporzione, il bonus – in termini di credito d’imposta – spettante diventa pari al 9% circa delle spese sostenute!

“Questo risultato non ci lascia per nulla soddisfatti – commenta il direttore generale di CNA Forlì-Cesena Franco Napolitano – in quanto vengono disattese le aspettative di molte imprese, che hanno avuto e avranno a bilancio anche per i prossimi mesi spese per l’acquisto di prodotti e servizi volti a garantire una maggiore sicurezza sia per gli addetti che per i clienti delle imprese medesime. Questa operazione rischia di essere una presa in giro! Auspichiamo che, in futuro, certe misure siano tarate meglio da parte del legislatore. Questo modo di operare non è rispettoso delle reali esigenze delle aziende, che faticosamente stanno cercando di operare nel rispetto di tutte le misure di prevenzione!”