Una donna alla guida di un’azienda che si occupa di lavorazioni di lamiere ad alta tecnologia. È Silvia Succi, CEO della Tecnomec di Forlì, che festeggia quest’anno i 40 anni di attività. La incontriamo al ritorno dalla prestigiosa fiera Mecspe e ci racconta la storia dell’azienda di famiglia, nella quale si mescolano tecnologia, solidità, innovazione, legami famigliari e personali. Stupisce che Silvia, nel raccontare la storia di Tecnomec, si soffermi più che sui dettagli tecnici, sui valori che vi stanno alla base: “nel nostro mestiere, le capacità tecniche, precisione, qualità, puntualità sono precondizioni che è necessario avere. Ma quello che fa la differenza è altro: si tratta di un settore nel quale le relazioni sono di durata lunga. I clienti che ci affidano delle lavorazioni hanno bisogno di avere la certezza che potremo realizzarle per loro anche fra dieci anni. Oltre ad apprezzare i macchinari ad elevate prestazioni di cui disponiamo, leggono i nostri bilanci solidi e sanno di poter contare sulla nostra affidabilità. Basti pensare che il primo cliente, inserito 40 anni fa con il codice 0001, è ancora nostro cliente! Le aziende più strutturate, in particolare, più che dei semplici fornitori cercano dei veri e propri partner. E noi lo siamo”.
Tecnomec è nata da un’idea di Floriano Succi, il padre di Silvia, nel lontano 1979, quando in un piccolo garage vennero installati un tornio ed un trapano. Due semplici strumenti, una grande passione, una piccola officina meccanica. Fu l’arrivo quasi casuale di una piegatrice a segnare la svolta: la prima piega diede così forma al futuro. Oggi, con oltre 40 anni di esperienza Tecnomec è divenuta un punto di riferimento autorevole nel settore della lavorazione lamiere grazie al continuo sviluppo e ad investimenti mirati. Tecnologie all’avanguardia come il taglio laser di ultima generazione permettono di fornire al cliente prodotti di qualità e di supportarlo con efficienza, precisione e affidabilità, sia nel campo dei semilavorati che dei finiti in lamiera.
La storia di questi 40 anni si può scorrere nella timeline sul sito dell’azienda (www. tecnomecforli.com), dove si trovano anche video e belle immagini che raccontano questa storia di eccellenza. Compresa l’avventura di Andrea Succi alla Dakar 2019, che abbiamo raccontato nel numero di marzo. Una storia che parla di famiglia: “mio padre partì da solo, ma progressivamente coinvolse anche i due fratelli, Andrea e Claudio Succi, che sono gli altri attuali soci insieme a me. Complessivamente, in un’area produttiva di 3.500 mq, siamo più di 40 addetti. Abbiamo sempre investito molto sulle persone, anche in termini di formazione. Negli ultimi anni, dopo la scomparsa di mio padre che era una figura davvero forte e carismatica in azienda, abbiamo cercato di far crescere le persone, approfondendo temi trasversali come la comunicazione e le dinamiche di relazione. Senza di lui, la Tecnomec doveva in un certo senso cambiare pelle. Lo abbiamo fatto tutti insieme, condividendo una visione e valori comuni. Questa è la nostra forza”.
Sono stati anni di sfide importanti: “poco dopo la morte di mio padre, mi trovai a decidere un importante investimento: nel 2018 abbiamo acquistato un macchinario con impianto laser in fibra a 10.000 watt e un magazzino per lamiere automatizzato con oltre 400 cassetti, che permette di avere a disposizione una ampia gamma di materiali di diversa tipologia e spessore, lavorando in maniera molto più ordinata e sistematica”. Tutto questo in chiave 4.0: dal PC sulla scrivania dell’ufficio è possibile vedere, attraverso telecamere, le varie fasi della produzione in tempo reale. Il coraggio di Silvia è stato condiviso dagli zii e ha portato notevoli soddisfazioni: il 2018 ha visto il record di fatturato di tutti i tempi per la Tecnomec.
Siamo davvero di fronte a una delle eccellenze della manifattura made in Italy: “potremmo spingerci a dire proprio “made in Forlì”. Siamo orgogliosi di rappresentare quel saper fare italiano che è famoso in tutto il mondo, che crediamo venga arricchito dai contributi dei nostri collaboratori, non tutti forlivesi. Per dirla con un’immagine, a me piace l’arcobaleno, anche a casa mia: mio marito è greco, mia cognata scozzese; i miei due figli a tavola con i cugini parlano in inglese o in greco. La diversità e il confronto aprono gli orizzonti”.
Come vede Silvia il futuro dell’azienda? “Tecnomec deve rimanere una realtà solida, territoriale, che punta a rimanere nel tempo, con investimenti che restano in azienda. La nostra solidità è uno dei nostri punti di forza, ci dà anche vantaggi strategici. Serietà per me significa avere la libertà di poter girare sempre a testa alta. In prospettiva, dal momento che ora è entrata in azienda anche mia cugina Michela, ingegnere meccanico, il futuro di Tecnomec potrebbe essere tutto in rosa”.