E’ il 1978 e quattro amici che lavorano alla Tricotex – Vladimiro Coveri, Romeo Fabbri, Norberto Naldini e Donato Ruscelli – decidono di acquistare due frese ed un tornio e di mettersi in proprio: nasce così la Mec Meldola che, dopo quarant’anni, si è ritagliata un posto di rilievo nel panorama locale delle lavorazioni meccaniche di precisione.

Oggi l’azienda è guidata da tre soci, il fondatore Coveri ed i suoi due figli Igor e Fabrizio e,

come ama sostenere Miro, “buona parte del successo deriva anche dal fatto che in tutto questo tempo, tra i fondatori, non c’è mai stato un diverbio od un contrasto importante e ciò è confermato dal fatto che siamo ancora tutti qua, uniti dalla passione per il nostro lavoro”.

Il processo di crescita è stato costante ma non privo di difficoltà, all’interno di un mercato in continuo cambiamento ed in presenza di una forte concorrenza; infatti, non bisogna dimenticare che nella provincia di Forlì-Cesena è consistente e consolidato il comparto della meccanica di precisione.

“I sette anni che vanno dal 1984 al 1990 – afferma Coveri – sono stati complicati ma anche fondamentali per quanto concerne la strategia aziendale ed il futuro sviluppo.

Il primo passo è stato il cambio dalla vecchia e non più adeguata sede, a quella attuale, seguito dall’introduzione, nel 1986, dei primi controlli numerici; un passo obbligato.

In quel periodo qualsiasi azienda di lavorazione meccanica, era chiamata alla sostituzione graduale delle macchine, per poter competere in termini di tempi e di costi ma anche, pertanto, a dover sostenere investimenti di notevole entità”.

Furono, fortunatamente, anche gli anni di un consistente incremento occupazionale, conseguenza di una capacità produttiva cresciuta che sfruttava le potenzialità tecnologiche delle apparecchiature.

“Quando nel 1990 – prosegue Coveri – tutto era completamente automatizzato e lo sforzo finanziario al massimo, ci trovammo ad affrontare una situazione di mercato molto difficile.

Non ci fu una crisi strutturale, come quella iniziata nel 2009 ma fallirono alcuni dei nostri committenti più consolidati e questo ci coinvolse direttamente.

Potevamo percorrere due strade: ridimensionarci e giocare in difesa, oppure rilanciare con ulteriori investimenti, per aggredire una quota di mercato che esigeva ancora maggiore specializzazione. Scegliemmo questa ultima soluzione, che si rivelò vincente ma che mi fa ancora tornare alla mente l’enorme impatto del miliardo di vecchie lire, impegnato per ammodernare la dotazione strumentale”.

L’attenzione all’innovazione tecnologica finalizzata alla realizzazione di prodotti di alta qualità in grado di soddisfare le richieste di una committenza molto esigente, non ha mai abbandonato Mec Meldola che, nel 2015, è dovuta ricorrere ad un ampliamento dell’area produttiva, per consentire l’installazione di ulteriore attrezzatura all’avanguardia.

Oggi l’azienda annovera una dotazione tecnica di tutto rispetto in ogni area di lavoro, composta da quattro Centri di lavoro verticali, tre fresatrici universali ed una fresatrice banco fisso, cinque torni da ripresa con lunghezza tornibile da 480 a 1500 mm, due altimetri verticali da 600 ed 800 mm, studio interno attrezzato per la progettazione CAD CAM e varie macchine tradizionali.

In merito alla committenza, occorre dire che Mec Meldola ha saputo intercettare e mantenere nel tempo, imprese che hanno una grande visibilità come la torinese FIDIA, produttrice di controlli numerici e teste di fresatura, A.E.C. srl di Bertinoro, produttrice di prese di forza per veicoli commerciali, la bolognese Sampingranaggi, per quanto concerne la fornitura di ingranaggi cilindrici, conici e di riduttori, la produttrice forlivese di macchine utensili PROTEO e la cesenate Sorma (macchine per l’ortofrutta).

Una realtà solida che ha attraversato il lungo periodo della crisi 2009-2016, con molto meno affanno di altri concorrenti ma che ha dovuto “affinare” ulteriormente il proprio rapporto con il mercato.

“Le difficoltà intervenute negli ultimi anni – conclude Coveri – hanno avuto conseguenze negative  per tutte le imprese ed in modo particolare per gli operatori in conto terzi, che hanno scontato la perdita di quote di mercato delle aziende committenti.

La nostra politica tesa ad intrattenere relazioni commerciali con un numero di aziende sufficientemente elevato e la fortuna di rapportarci con imprese che a loro volta hanno differenziato i propri mercati, soprattutto all’estero, ci ha permesso di non subire più di tanto questa contingenza negativa.

Oggi Mec Meldola conta su un organico di 20 addetti ed è indirizzata a chiudere il 2018 con un fatturato in crescita, che dovrebbe attestarsi attorno ai tre milioni di euro”.