Il saldo imprese nel periodo 2016/2017, depurato del comparto agricolo, evidenzia una sostanziale stabilità. “Negli ultimi dodici mesi – spiega la presidente di CNA Forlì città Monica Sartini – registriamo un -0,1% di imprese e +0,9% di addetti, dati sostanzialmente in linea con l’aggregato provinciale. Il primo giudizio che si può esprimere, riguarda il netto rallentamento nella flessione del numero di imprese e una tenuta negli addetti, a dimostrazione dei primi concreti segnali di inversione di tendenza. Basti ricordare che nel 2016 si perdevano sull’anno precedente circa 100 imprese, mentre oggi ci si attesta a 11”.

“Analizzando i comparti più significativi – prosegue il responsabile di CNA Forlì città Davide Prati – emergono le seguenti evidenze: nei servizi aumentano sia il numero delle imprese (+2,1%) sia quello degli addetti (+5,3%), confermando una tendenza già riscontrata in passato e che rispecchia la media della provincia; calano invece le imprese nel commercio (-2,2%), in controtendenza sugli ultimi anni, mentre crescono gli addetti (+2,1%); il comparto manifatturiero registra un dato positivo delle imprese (+0,3%), confermando il numero degli addetti del 2016;  nelle costruzioni, emerge chiaramente il contenimento della perdita di imprese attive rispetto agli anni passati (-0,1%), anche se  continua quella in termini di addetti (-4,8%).

Il comune di Forlì si conferma un territorio ad alta diffusione imprenditoriale, con 90 imprese attive ogni 1.000 abitanti, che deve nel corso del 2018 consolidare gli attuali segnali di ripresa.
Vi sono poi, a parte la contingenza nel breve molto legata anche a fattori che non si possono controllare al livello territoriale, alcuni indici, spesso trascurati, su cui riflettere e che potrebbero fornire risposte per una ripresa maggiormente strutturata.

“Se prendiamo l’indice di vecchiaia – conclude Sartini – (semplificando, il numero di anziani ogni 100 giovani) notiamo che Forlì, pur in misura minore rispetto ad altre aree della provincia, nell’ultimo quinquennio l’ha incrementato del 4,4%, portandolo a 191,2! Se consideriamo, inoltre, l’indice di dipendenza strutturale, ossia il numero di soggetti non autonomi (0-14 anni e > di 65) ogni 100 autonomi (15-64 anni), scopriamo un “carico sociale” di 62,4%, con un aumento pari al 5,9% negli ultimi cinque anni. Entrano in gioco, allora, le politiche sul mercato del lavoro, gli incentivi per accrescere i livelli occupazionali e per sostenere il sistema delle piccole imprese locali e, a questo punto, si deve passare ad un confronto concreto con le amministrazioni”.