Sono stati poco meno di 18,5 milioni i nuovi assunti, su base nazionale, nel corso del triennio 2015-2017. Per 2,1 milioni di questi, le imprese hanno beneficiato di incentivi, che sono andati così a contenere il costo del lavoro. Da evidenziare il fatto che il saldo totale fra assunti e dimessi arriva a quasi 1,8 milioni di lavoratori.

Sono i dati elaborati, a livello nazionale, dall’Osservatorio Lavoro di CNA. Ma vediamo cosa è successo a livello locale, nella provincia di Forlì-Cesena, con i dati di una ricerca che è stata presentata martedì 27 febbraio a Forlì, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Lorenzo Zanotti e Franco Napolitano, rispettivamente presidente provinciale e direttore generale di CNA Forlì-Cesena; presente anche Marco Roncoroni, responsabile del Servizio Paghe dell’associazione.

Sulla base di un campione di 1.500 imprese, rappresentative del tessuto economico della provincia, emerge che, nel triennio in esame, esattamente il 50% (750 imprese) ha usufruito di almeno un incentivo per assumere nuovi lavoratori, o stabilizzare l’occupazione. Per arrivare a un totale di 13 milioni di euro di risparmi sul costo del lavoro per le imprese; questo naturalmente garantendo stessa retribuzione ai dipendenti, con in più spesso il vantaggio della stabilizzazione del proprio posto di lavoro. L’importo medio annuo garantito a queste 750 imprese si attesta sui 5.800 euro.

La tendenza, nell’arco del triennio, ha registrato una vera e propria corsa alle assunzioni nel 2015 (effetto degli incentivi del Jobs Act), con un importo medio annuo degli incentivi pari a 8.580 euro; un assestamento nel 2016, con 4.450 euro medi; e infine una forte ripresa nel 2017, sostenuta anche dall’andamento dell’economia, che riporta la media a 8.340 euro annui per impresa.

I dati sono stati elaborati dal Servizio Paghe di CNA Forlì-Cesena, in collaborazione con l’Ufficio Studi dell’associazione.

Sul campione analizzato, il saldo tra assunti e cessati conferma il trend nazionale, ed è positivo nell’ultimo anno (2017 su 2016) di + 224 unità.

Nell’ambito del territorio provinciale, il comprensorio cesenate fa la parte del leone, con il 63% degli incentivi utilizzati, mentre il restante 37% degli incentivi è stato utilizzato nel forlivese, con netta concentrazione nel capoluogo (34%, mentre tutti gli altri comuni registrano solo un 3%, dato probabilmente collegato alla maggiore frammentazione del tessuto imprenditoriale).

Se andiamo ad analizzare la suddivisione in settori, troviamo al primo posto la produzione (38%), poi l’autotrasporto (16%), i servizi (13%), le costruzioni (9%), l’impiantistica (8%), l’alimentare (5%).

Come sottolinea il Servizio Paghe di CNA, i risparmi sul costo del lavoro sono significativi, ma applicarli non è semplice. Sono infatti numerose le condizioni da verificare e rispettare per poter accedere ai benefici. Per questo è stata notevole l’attività di consulenza e controllo da parte degli uffici CNA.

Alcuni anni fa CNA Forlì-Cesena lanciò la campagna “Piccola impresa. Il più grande datore di lavoro in Italia”, basata sul fatto che oltre il 73% degli occupati in Italia lavora in una piccola impresa. Un dato quanto mai attuale che, sommato a quelli emersi dall’Osservatorio Lavoro di CNA, mostra come la piccola impresa, dopo aver preservato l’occupazione negli anni più terribili della crisi, spesso a costo di sacrifici personali da parte degli imprenditori, sia ora in prima fila nel creare buona occupazione, attraverso assunzioni, stabilizzazioni e inserimento di giovani.