La manovra di bilancio per il 2018 conferma le attese per quanto concerne gli aiuti agli investimenti ed il sostegno all’innovazione relativamente ad industria 4.0 ma non incide seriamente sull’enorme pressione fiscale che grava sul sistema delle imprese.

Per approfondire gli aspetti salienti, CNA Forlì-Cesena promuove un incontro, giovedì 22 febbraio alle ore 20.30, presso la Sala Europa della Fiera di Forlì, in via Punta di Ferro – 2.

Il programma prevede l’introduzione del presidente di CNA Forlì-Cesena Lorenzo Zanotti, a cui seguiranno gli interventi di Maurizio Zoli e Marco Roncoroni, rispettivamente responsabili del Servizio Fiscale e Servizio Paghe CNA Forlì-Cesena. Sarà lasciato poi ampio spazio al dibattito e alle domande dal pubblico.

“Esprimiamo soddisfazione – sostiene Lorenzo Zanotti, presidente di CNA Forlì-Cesena – per avere ottenuto la riconferma delle agevolazioni per gli investimenti connessi allo sviluppo, del bonus per le ristrutturazioni e gli interventi di efficienza energetica e per il fatto che sia stato reso strutturale, lo sgravio contributivo per i giovani assunti con contratto a tempo indeterminato. Sotto accusa, invece, il capitolo fiscale che non può certo esaurirsi con la semplice ed automatica sterilizzazione del previsto aumento dell’Iva. Questa parte non ci soddisfa affatto e proseguiremo il confronto nella prossima legislatura”.

Si è assistito ad una clamorosa retromarcia su due misure che lo scorso anno avevano favorito le piccole imprese: il differimento dell’entrata in vigore dell’IRI che, oltre a confermare la scarsa credibilità del sistema tributario italiano, di fatto sottrae 2 miliardi di euro di alleggerimento della pressione fiscale e la mancata previsione del riporto delle perdite nel regime per cassa che lo rende, in sostanza, inutilizzabile. Nonostante la legge, le piccole imprese continueranno a pagare tasse su redditi non incassati.

“Si è riproposto un film già visto – prosegue Zanotti –  ossia la dispersione in mille rivoli delle risorse disponibili, invece di concentrarle su poche ma specifiche e strategiche misure per il reale sviluppo del paese. Mi riferisco, principalmente, alla deducibilità dell’IMU su capannoni, laboratori e negozi, beni strumentali all’attività delle imprese.

È una legge che denota una chiara volontà di rilancio ma anche una visione approssimativa e di corto respiro, a dimostrazione di un paese che fatica ad inserirsi stabilmente tra le locomotive europee.

Ci sono interi comparti che scontano ancora le difficoltà derivate da un lungo periodo di crisi, come quello delle costruzioni. Un settore che sarebbe in grado di “reindirizzare” il risparmio ma che avrebbe la necessità di qualche “spinta” aggiunta, oltre a Sismabonus ed Ecobonus.

La previsione 2018 di un aumento dell’1,5% degli investimenti, potrebbe crescere se alla prevenzione dei rischi sismici, dovesse accompagnarsi anche il sostegno all’ammodernamento complessivo del patrimonio edilizio italiano.

È solo un esempio ma anche una indicazione della necessità di concentrare le risorse disponibili in aree a “potenzialità elevata di sviluppo”.

Clicca qui per partecipare all’evento