Tra quattro mesi – il prossimo 31 dicembre – scadranno le agevolazioni fiscali in vigore per la riqualificazione energetica, uno strumento che a oggi si è rivelato determinante per il sostegno delle imprese.

“Per questo è opportuno che sia discussa al più preso la mozione presentata in Senato da alcuni parlamentari e che chiede la stabilizzazione dell’agevolazione fiscale del 65%”, commentano da CNA Forlì-Cesena.

Un provvedimento importante e necessario, perché la riqualificazione energetica e la rigenerazione urbana sono i punti centrali per un’azione di supporto agli artigiani e alle piccole e medie imprese del settore edile, che più delle altre hanno pagato dazio alla crisi del comparto. Un tema su cui CNA Forlì-Cesena ha attivato iniziative e progetti specifici, ormai da diversi anni.

“Si tratta di una misura – sottolinea CNA – peraltro utile a tutti: all’ambiente, alle famiglie, alle imprese e alle casse dello Stato, come ha rivelato un’analisi dell’Osservatorio Nazionale di CNA. Senza arrivare al record del 2013, con 30 miliardi di investimenti realizzati dal settore privato che hanno generato un introito per l’erario di 4 miliardi per ciò che riguarda la sola Iva (quindi senza contare il gettito Irpef, Irap e Ires), nei soli primi due mesi del 2015 si parla di 3 miliardi di investimenti. Numeri alla mano è un intervento che allo Stato non costa nulla e la cui stabilizzazione genererebbe effetti positivi che potrebbero addirittura essere ulteriormente amplificati da opportuni correttivi, quali estendere l’applicazione dell’agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici, includendo in via permanente nell’elenco degli interventi per cui è possibile godere dell’agevolazione fiscale la riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di edifici di proprietà di onlus, la riqualificazione energetica di edifici interi, il consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree a rischio sismico, il consolidamento antisismico dei beni immobili strumentali comprese le strutture alberghiere e ricettive in generale”.

“Inoltre – rileva CNA – andrebbe inserita anche la possibilità di cessione del credito fiscale alle banche finanziatrici e, ancora, il superamento del divieto di cumulo tra detrazioni e Certificati Bianchi, in modo da favorire gli interventi più performanti, consentendo al cliente di usufruire dei benefici fiscali e alle imprese di ottenere i Certificati Bianchi, quelli che configurano il beneficio energetico e che possono essere rivenduti sul mercato. Infine, è opportuno riportare dall’attuale 8% al 4% la ritenuta che banche e Poste applicano sui bonifici di pagamento degli interventi incentivati, un balzello davvero incomprensibile. La conferma degli ecobonus avrebbe senza dubbio un impatto di rilancio molto forte per il settore delle costruzioni, da anni in grande difficoltà”.