Storico riconoscimento per la Piadina Romagnola che ha ottenuto la registrazione come Indicazione Geografica Protetta (IGP). Il suggello definitivo è arrivato dalla Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, l’organo preposto alla registrazione delle Denominazioni di Origine, che dopo averlo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ha dato il via libera al Regolamento di Registrazione. Definire storico questo risultato è dir poco. È la giusta tutela di un prodotto patrimonio di tutta la Romagna, da decenni alle prese con numerosissimi tentativi di imitazione e contraffazione.

D’ora in poi si potrà chiamare Piadina Romagnola/Piada Romagnola, anche nella variante alla Riminese, solo quella prodotta e confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna.Solo i produttori che la produrranno secondo il disciplinare approvato potranno commercializzare la Piadina Romagnola IGP. Nessun altro potrà farlo.

CNA esprime grande soddisfazione per questo importante traguardo, e si unisce alle parole del presidente del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola Elio Simoni: “L’IGP non è la vittoria del Consorzio ma di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici. Da tanto, troppo tempo abbiamo assistito a tentativi di imitazione al di fuori dei nostri confini, senza poter far nulla in merito. Oggi abbiamo uno strumento normativo per intervenire.Solo la vera Piadina Romagnola IGP sarà contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, e i consumatori saranno certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”.

Complesso e di lungo corso l’iter che ha portato all’IGP, durato più di 10 anni di battaglie. Oggi quello che è stato chiamato il “cibo di strada” della Romagna, la Piadina Romagnola, celebre in tutto il mondo per la semplicità degli ingredienti, e la versatilità negli abbinamenti, da oggi ha una marcia in più destinata a lasciare il segno negli anni a venire e alle generazioni future.

Gli ingredienti

Tassello fondamentale nel riconoscimento IGP è stata l’approvazione del Disciplinare che recepisse tutti gli elementi patrimonio della Piadina Romagnola: caratteri storici, tradizioni, confini geografici, materie prime del prodotto. Quattro gli ingredienti base della Piadina Romagnola: Farina di grano tenero; Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale (pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto assoluto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi.

Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’IGP la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite.

Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).