Il progetto “Rigenerazione Urbana”, lanciato da CNA nel 2012 proprio a Cesena, fa un ulteriore passo in avanti: infatti dopo che ben 20 comuni della Provincia di Forlì-Cesena hanno sottoscritto il “Protocollo d’intesa in materia di Rigenerazione urbana” ecco arrivare il primo esempio di progetto di edilizia a consumo zero, un Progetto Pilota, basato su sistemi di efficienza energetica e tecnologie sostenibili.
La presentazione è prevista per venerdì 18 luglio alle 9.30 presso la Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana, piazza Bufalini 1, a Cesena.
Il programma prevede in apertura il saluto di Sandro Siboni, Presidente CNA Cesena Val Savio e l’ introduzione di Franco Napolitano, Direttore Generale CNA Forlì-Cesena, la presentazione del progetto sarà a cura dell’architetto Stefano Piraccini, curatore anche della realizzazione; seguiranno gli interventi di Emanuela Antoniacci, Dirigente del Settore Programmazione Urbanistica del Comune di Cesena; Andrea Boeri del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna; Kristian Fabbri, architetto consulente CNA Forlì-Cesena; Paolo Lucchi, Sindaco di Cesena; Paolo Marcelli, Presidente Ordine degli Architetti P.P.C Forlì-Cesena; Andrea Prandini della Banca Popolare di Ancona.
Questo Progetto Pilota costituisce una proposta urbanistica d’avanguardia, interessante anche per gli aspetti legati alle procedure autorizzative e per le agevolazioni fiscali nazionali e fiscali che permette di utilizzare. L’obiettivo è quello di valorizzare al meglio un immobile di proprietà privata, realizzato nel 1955 secondo la cultura costruttiva dell’epoca, e privo di isolamento termico, attraverso la demolizione del vecchio fabbricato e la ricostruzione a parità di volume, come previsto dalla legge regionale 15/2013. Con una riorganizzazione degli spazi che ne consente un efficientamento sostanziale, anche per ricollocarlo sul mercato immobiliare.
Una multiresidenza con prestazioni elevate in termini energetici, architettonici e di sostenibilità ambientale. Realizzata interamente in legno, certificata in base allo standard Passive House Institute, che rappresenta il più alto riferimento internazionale per lo sviluppo tecnologico e la ricerca nell’architettura sostenibile. Si tratta di una certificazione volontaria, diffusa soprattutto nel Nord Europa e in Germania. In Italia soltanto 17 edifici, di cui 3 in Emilia Romagna, hanno ottenuto questa certificazione: il progetto costituisce il primo caso di multiresidenza costruita in Italia con tale certificazione.
Come è noto la caratteristica della cosiddetta “casa passiva” è quella di non essere energivora, perché un edificio passivo è un sistema completo. La coibentazione termica, l’orientamento rispetto al sole e ai venti, fa sì che la quantità di energia da utilizzare per riscaldare o affrescare, sia ridotta al minimo, utilizzando risorse naturali, quali l’energia solare. Ciò riduce fortemente “l’impronta ecologica” della casa stessa. L’utilizzo di finestre con tripli vetri, il super-isolamento, fanno della casa passiva una sorta di guscio a tenuta d’aria. La limitazione dei ponti termici e l’uso equilibrato di ventilazione a recupero di energia, unitamente all’impiego di materiali naturali quali il legno o le fibre di origine vegetale, la cui produzione è a basso impatto ambientale, rendono possibili riduzioni straordinarie di consumi energetici ed emissioni di carbonio vicine allo zero.
La realizzazione del Progetto Pilota, vuole anche essere di stimolo alla definizione di nuovi contenuti normativi, come previsto all’interno del “Protocollo d’intesa in materia di Rigenerazione urbana”, nel quale gli enti locali si sono impegnati a modificare strumenti urbanistici e regolamenti edilizi per favorire la rigenerazione del patrimonio immobiliare già costruito, sostenendo ove possibile i cittadini in questi percorsi, anche con forme di incentivazione. Un tema ineludibile, dato che il decreto di recepimento delle direttive europee del 24/5/2013 in materia di prestazione energetica nell’edilizia ha già previsto che entro il 2020 i nuovi edifici dovranno avere consumo energetico prossimo allo zero, mentre per gli edifici occupati da enti pubblici tale obbligo scatta già dal dicembre 2018.
CNA si è già attivata rispetto agli impegni assunti nel Protocollo, realizzando corsi di qualificazione e formazione per le imprese del comparto e coinvolgendo il sistema bancario per creare condizioni favorevoli, per l’accesso al credito di chi intende riqualificare i propri immobili. Come, nel caso dell’intervento oggetto della presentazione, attraverso l’intervento della Banca Popolare di Ancona.
Anche nella ristrutturazione della propria sede di Meldola, inaugurata nel novembre scorso, CNA ha applicato criteri di sostenibilità ambientale.
La constatazione che il 60% degli edifici in Italia produce il 40% delle emissioni inquinanti, è la consapevolezza che ha spinto CNA a promuovere il progetto “Rigenerazione urbana”, nella convinzione che l’iniziativa potrà sicuramente costituire anche un fattore di innovazione e rilancio per l’intero settore delle costruzioni, che da parecchi anni attraversa un pesante stato di crisi.