Sono ormai sempre più ricorrenti gli invii alle imprese, da parte della Rai, di inviti al pagamento del canone speciale alla televisione, un problema sorto nel 2012 e chiarito da un intervento del Ministero dello Sviluppo Economico con nota del 22 febbraio 2012, a seguito di una dura presa di posizione di Rete Imprese Italia, che escludeva dall’obbligo del pagamento tutti gli strumenti (PC, apparecchi di videosorveglianza, monitor, smartphone, tablet, eccetera) privi di sintonizzatore per la ricezione di trasmissioni radiotelevisive.
È di questi giorni un nuovo invio massivo di queste lettere. CNA vuole rassicurare gli imprenditori chiarendo che nulla è cambiato rispetto a due anni fa e che pertanto l’obbligo rimane in vigore solo per quegli strumenti che possono ricevere le trasmissioni radiotelevisive in quanto dotati di relativo sintonizzatore. Peraltro, non esiste alcun obbligo di risposta alla lettera in questione: l’eventuale replica alla sede Rai di Bologna sarà una scelta personale dell’impresa.
“Rimane però l’amarezza – sottolinea Enzo Cortesi, presidente di CNA Forlì-Cesena – per una richiesta che, al di là della sua legittimità, appare paradossale e anacronistica. Un commento che non cambia, rispetto a quello del 2012: il tono sprezzante, quasi offensivo, con cui vengono trattate le imprese, alla stregua di evasori che non pagano il canone Rai. Imprese, magari questo vale la pena sottolinearlo, dove i computer vengono usati per lavorare, non per guardare programmi televisivi, nemmeno quando si disputano i mondiali di calcio. A differenza di quanto pensano, evidentemente in modo strumentale, i dirigenti Rai”.