Nello specifico la Presidenza dell’Area ha approvato un documento inviato ai 29 candidati a sindaco dei 10 comuni chiamati al voto domenica 25 maggio. Cinque i filoni prescelti: area vasta, nuove politiche fiscali, semplificazione, politiche per la crescita e legalità. Si tratta di proposte concrete, quasi tutte a costo zero. Ovvero non servono risorse aggiuntive, serve la volontà politica di fare delle scelte, per sciogliere quei nodi che soffocano il lavoro e l’economia.
Mauro Turchi, presidente di CNA Colline forlivesi ci tiene a puntualizzare alcuni aspetti peculiari della nostra realtà. “Si parla tanto di area vasta, superamento delle Province, Unioni dei comuni. Ma che cosa pensano le imprese della “governance locale”? La stragrande maggioranza degli imprenditori è favorevole a politiche “comunali di area allargata”: meno amministratori ma migliori. Per conseguire economie di scala, diminuire la burocrazia, aumentando, perché no, le agevolazioni per le sane imprese locali. Alcuni segnali li stiamo registrando ove, oltre alle 4 funzioni che sono al centro dell’intesa dell’Unione dei Comuni della Romagna forlivese, ci si sta interessando anche ad altri settori di interesse fra cui mondo della scuola, cultura e turismo. Tema, quest’ultimo, molto sentito dalle nostre imprese, come elemento della valorizzazione del territorio, con effetti positivi sull’intera struttura imprenditoriale. Una visione dove il localismo non è limitato allo specifico ambito amministrativo ma viene considerato come “territorio allargato”, all’interno del quale ogni singola componente partecipa alla definizione della programmazione e gestione dell’offerta. I nostri imprenditori sono pronti a scommettere sulla valorizzazione turistica, un’idea di territorio a 360°, un turismo che punta sulla messa in rete di tante eccellenze da valorizzare.
Indispensabile, poi, svoltare verso una fiscalità più giusta, anche a livello locale. In particolare gli immobili strumentali per le attività produttive devono essere soggetti alle aliquote IMU più basse possibili. Anche in materia di tassa sui rifiuti rimane tanto da fare: occorre arrivare alla “tariffa puntuale”, che faccia pagare le imprese in rapporto alla reale quantità di rifiuti prodotti.
Priorità imprescindibile è la semplificazione amministrativa: lo indicano oltre i 2/3 dei nostri imprenditori. La burocrazia è un costo per le imprese: incide sulla competitività al pari del cuneo fiscale, del prezzo dell’energia e delle materie prime. Ogni adempimento inutile che viene richiesto danneggia il tessuto economico, mina l’occupazione, impoverisce il territorio. Efficace l’immagine, in questo caso, del mercato che è veloce come una freccia, mentre la burocrazia pubblica è lenta come una tartaruga.
Circa gli appalti pubblici occorre favorire, come previsto dalla normativa europea, l’accesso delle piccole e medie imprese. In che modo? Puntando su meccanismi di turnazione: lotti di piccolo importo, standardizzando e velocizzando le procedure di affidamento. Nella selezione dell’offerta va superato, una volta per tutte, il criterio del massimo ribasso. È necessario, inoltre, adottare parametri che tengano conto dei costi effettivi di produzione/realizzazione di un’opera, per escludere offerte sotto i costi minimi. Ribassi troppo elevati, fuori dagli standard di mercato, nascondono spesso comportamenti elusivi di vario tipo, come il mancato rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro, o l’uso di personale non regolare.
Chiediamo infine di inserire fra gli elementi di valutazione anche quello del criterio “Appalti a km zero”, per valorizzare le imprese che appartengono a quel territorio.
Altra piaga sociale è l’abusivismo dilagante: non solo concorrenza vigliacca ma fenomeno illegale conduttore di truffe su più fronti: clienti, Stato, Inps, ecc. L’amministrazione della città deve impegnarsi nel garantire la piena legalità.
Le nostre imprese non possono competere puntando sui costi, né sulla dimensione, ma possono sfruttare ciò che le rende uniche, ossia la prestazione differenziale legata all’esperienza ed alla specializzazione, alla inventiva e qualità del prodotto, alla flessibilità ed attenzione al cliente. Per impostare correttamente il tema dell’aggregazione imprenditoriale, specialmente quando si ragiona in termini di micro e piccola impresa, occorre ragionare su due livelli: il primo, caratterizzato dalla diffusione della “cultura dell’aggregazione”; il secondo, strutturato su un lasso di tempo più lungo, caratterizzato dalla creazione effettiva di una o più reti di impresa.
Al momento rileviamo con piacere che i candidati a sindaco che hanno risposto alla nostra sollecitazione ci confermano la presenza nei loro programmi elettorali delle proposte di CNA Colline forlivesi”.
L’area territoriale CNA Colline forlivesi rappresenta complessivamente 2.600 imprenditori, di cui oltre 700 giovani, 650 donne, 80 “stranieri” (nuovi cittadini) e 950 pensionati associati. Gli 8 uffici, che vanno da Forlimpopoli a Santa Sofia, da Predappio e Castrocaro a Modigliana, occupano 48 collaboratori.