Dopo la stangata dell’IMU, è in arrivo in questi giorni, in molti Comuni della provincia, la coda del balzello TARES su imprese e famiglie. Si tratta di un’imposta che dal 2013 ha sostituito TIA e TARSU per coprire i costi di gestione dei rifiuti urbani, inglobando anche i costi dei cosiddetti “servizi indivisibili” (illuminazione pubblica, manutenzione strade ecc.).

Per alcune tipologie di utenze quali attività produttive e di servizi sono previsti rincari medi dal 30 al 50% rispetto all’anno precedente, con punte che superano anche il 100% per taluni settori (pubblici esercizi, ristorazione, alcune attività del commercio…).

Tantissime imprese ci segnalano la ricezione di avvisi di pagamento con cifre che a volte superano anche le decine di migliaia di euro per singola attività. E siccome, notoriamente, i soldi nelle tasche delle aziende non si moltiplicano, tanti piccoli imprenditori saranno costretti a scegliere cosa pagare. Magari diventando nuovi contribuenti morosi per la TARES.

Le imprese sono stremate, strozzate dal fisco nazionale e locale, come è stato ampiamente ribadito nel corso della manifestazione nazionale di Rete Imprese Italia il 18 febbraio scorso, a Roma, alla quale come CNA Forlì-Cesena abbiamo partecipato in massa.

Come CNA Forlì-Cesena chiediamo a tutte le Amministrazioni interessate alla riscossione del conguaglio TARES al 28 febbraio di prevedere la possibilità di rateizzare i termini di pagamento, senza alcun ulteriore onere per le imprese.

Per aggravare la situazione registriamo, tanto per cambiare, comportamenti difformi tra le diverse Amministrazioni sul territorio, fatto questo che genera ulteriore disagio e confusione nei contribuenti. Sentiamo spesso grandi proclami su sinergie, unioni di Comuni e altro, e questo è il risultato?

Altra questione mai risolta: quando disporremo finalmente di un sistema tariffario che rispecchi il principio di equità assoluta, cioè pagare in base all’effettivo rifiuto prodotto? Premiando chi produce pochi rifiuti, chi differenzia e/o ricicla, gravando meno sul servizio pubblico. E all’aria che respiriamo noi e i nostri figli quando ci pensiamo?

Ma non è finita qui. Visto che al peggio non c’è mai fine, c’è un nuovo mostro inquietante che si avvicina. Cosa succederà infatti con la IUC, l’ Imposta Unica Comunale recentemente partorita dal Governo? Essa comprenderà la tassa sugli immobili (ex Ici/ Imu), TARI che comprende la tassa sui rifiuti e TASI che comprende la tassa sui servizi indivisibili (pubblica illuminazione, manutenzione viaria, verde pubblico,….). Ci dobbiamo aspettare a breve nuove bollette, con nuova burocrazia e confusione. E poi: più pesanti per le tasche delle imprese, ogni giorno sempre più vuote. E intanto le imprese muoiono.

Franco Napolitano, direttore generale CNA Forlì-Cesena